Un nuovo polo regionale contro il bullismo, cyberbullismo e violenza di genere.

La sede è già operativa in via Peretti a Cagliari: in campo avvocati, psicologi, criminologi e sociologi per una campagna di prevenzione. Ma anche di aiuto, quando si è di fronte a una vessazione già in corso. Esperti pronti, ha annunciato il responsabile del polo Sardegna Fondazione Libra Giovanni Deplano, ad entrare nelle scuole.

"Un fenomeno che ci preoccupa e che è sempre più dilagante”, le parole dell'assessore alla Pubblica istruzione Rita Dedola. “Il nostro obiettivo non quello di azzerarlo, sarebbe impossibile, ma mettere in campo gli strumenti per combatterlo e, in qualche modo, limitarlo e governarlo".

La prevenzione, hanno sottolineato gli esperti, si baserà su un costante dialogo con la "comunità educante", dai genitori agli insegnanti, passando per gli allenatori sportivi. Anche per dare le giuste dritte a chi, per questioni anagrafiche, non sa come agire e cosa fare di fronte a chat, foto e video che vengono scambiati sul web.

Un intervento, quello della Fondazione, che parte dagli ultimi dati preoccupanti diffusi da una ricerca in Sardegna di Eurispes. I risultati? Un ragazzino su cinque (19,6%) ha dichiarato di avere subito atti di vessazione digitale, "raramente" nel 10,3% dei casi, "qualche volta" nel 7,8% e "spesso" nell'1,5%. In cima alla classifica le telefonate mute, gli scherzi telefonici e l'esclusione intenzionale di qualcuno da gruppi online.

I bulli digitali non hanno genere: sono, nella stessa misura, ragazze, il 49,7%, o ragazzi, il 50,3%. Hanno un'età compresa tra i 13 e i 19 anni e usano chat di gruppo e messaggi individuali, WhatsApp, Telegram e applicazioni simili.

L'identikit? Ragazzi ansiosi, insicuri e che generalmente fanno parte di una cerchia conosciuta, che prendono di mira soprattutto chi non è in grado di difendersi o chi ha un handicap fisico. 

(Unioneonline/v.l.)

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