Si è rivelato infruttuoso il primo tentativo di portare il presidente della Regione ad esprimersi in merito alla Rwm Italia, la fabbrica di produzioni belliche da tempo al centro delle contestazioni antimilitariste.

Alcuni giorni fa l'associazione Sardegna Pulita ha provato a strappare alcune parole a Francesco Pigliaru approfittando di un convegno sul clima convocato alla Manifattura Tabacchi. Con in mano le crudissime foto di alcuni bambini yemeniti uccisi dagli ordigni prodotti anche dalla Rwm e sganciati in Yemen dalla coalizione Saudita, Angelo Cremone, portavoce dell'associazione, ha provato a sollecitare il governatore: "Ha promesso un suo interessamento ma non prima di potersi documentare meglio - rivela il pacifista -. Eppure è dal 2015 che si organizzano proteste davanti allo stabilimento domusnovese e la vicenda è da anni di dominio pubblico: in merito si sono pronunciati Papa e vaticano, le Nazioni Unite, Il parlamento Europeo e come se non bastasse tv e stampa estera si riferiscono sempre più spesso alla Sardegna come l'isola della fabbrica di bombe. Assurdo che l'unico a non esprimersi in merito sia la massima carica regionale" rimarca Cremone.

Manifestanti
Manifestanti
Manifestanti

Un nuovo tentativo verrà effettuato il 5 giugno davanti al palazzo della Giunta Regionale.

Dopo la stessa manifestazione del 17 maggio dunque diversi sodalizi antimilitaristi tra cui Sardegna Pulita, Carlofortini Preoccupati e Adiquas Nuraxi Figus si ritroveranno ancora a sensibilizzare le Istituzioni su un argomento ormai ritenuto vitale. "Continueremo a sollecitare il presidente ad esprimersi sulla questione", annuncia Cremone.
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