Doveva essere la porta del Parco di Tuvixeddu e ospitare il museo di Sant'Avendrace.

Per il momento Villa Laura è un rudere, ennesimo simbolo degli sprechi che hanno caratterizzato la gestione della cosa pubblica negli ultimi decenni.

Milioni di euro per acquistarla e milioni di euro per il restauro.

I primi sono stati regolarmente spesi (la dimora è di proprietà della Regione), gli altri sono stati stanziati ma sono spariti.

Non c'è traccia del finanziamento stanziato dalla Giunta di viale Trento per il recupero del monumento.

Per cercare di risolvere il mistero cinque consiglieri comunali (Matteo Massa, Filippo Petrucci, Fabrizio Rodin, Roberto Tramaloni e Monia Matta) chiedono al sindaco Massimo Zedda "di capire che fine hanno fatto i 5 milioni di euro stanziati per il restauro".

IL RUDERE SUL COLLE - Villa Laura, 22 stanze su tre livelli, è uno dei tanti vuoti urbani, per i quali manca una prospettiva ma che, in compenso, rappresentano un costo fisso per la Regione: l'immobile è vigilato giorno e notte da guardie giurate.

"Nel 2014 la Giunta regionale ha finanziato 5 milioni di euro per la progettazione e il restauro conservativo e di valorizzazione della villa e delle aree di pertinenza", precisa Matteo Massa.

"Vogliamo sapere dove sono finiti i soldi, visto che il Comune nel 2015 è stato delegato per la realizzazione dell'intervento. Non solo - aggiunge - pochi mesi dopo la delega si è arricchita anche dell'ex cantiere Cocco, per il quale il vecchio proprietario non era stato più in grado di portare avanti la riqualificazione".

Il consigliere comunale dei "Progressisti sardi" chiama in causa l'assessore regionale alla Cultura Giuseppe Dessena, cui fa riferimento il capitolo di spesa per l'intervento.

"Vorremmo capire perché lo stanziamento non è mai arrivato nelle casse comunali. Eppure - aggiunge Massa - la villa potrebbe essere la porta d'accesso al colle di Tuvixeddu ed essere utilizzata come spazio museale e di documentazione del ruolo svolto dal borgo di Sant'Avendrace nella storia di Cagliari dall'epoca romana all'età contemporanea. Inoltre - afferma Massa - la riqualificazione dell'immobile darebbe ulteriori opportunità e prospettive economiche alle attività produttive del quartiere".

I SOLDI SPARITI - "I 5 milioni dei quali si parla risalgono a un fondo Por Fesr 2007/2013 (delibera dell'8/7/2014). Dal momento in cui sono state programmate le risorse, sino alla chiusura del Por, non vi erano i tempi tecnici per la progettazione e l'avvio dei lavori, e dunque della relativa rendicontazione, in questa fase di programmazione".

Le parole dell'assessore regionale alla Cultura Giuseppe Dessena arrivano con la leggerezza di un macigno sul pasticcio di Villa Laura.

Chi, tra Regione e Comune, amministrazioni amiche visto che l'assessora era Claudia Firinu e il sindaco Massimo Zedda (entrambi di area Sel), e perché non ha saputo utilizzare nei modi e tempi giusti il finanziamento? Il futuro della villa ha poche speranze.

"Vedremo - aggiunge l'assessore Dessena - se saranno possibili rimodulazioni finanziarie all'interno di fondi europei e statali per tutelare un bene di grande valore storico culturale all'attenzione della Regione".

LA STORIA - Sono passati nove anni da quando la vulcanica Maria Antonietta Mongiu, allora assessora regionale alla Cultura, riuscì a convincere l'ex presidente Renato Soru a stanziare poco meno di 2 milioni di euro per la villa situata in viale Sant'Avendrace 121, degli edifici attigui all'immobile, al civico 123 e al vico II (ai numeri 9 e 11) oltreché del giardino e del terreno di oltre 4.000 metri quadri di pertinenza dell'immobile.

Le buone intenzioni si sono trasformate in sperpero di denaro pubblico.

Visti i precedenti (ex Ospedale marino, palazzine di via Bainsizza, caserma di Monte Urpinu) Villa Laura è destinata a incrementare la lunga lista di sfregi alla città.

Andrea Artizzu

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