«Vogliamo chiarezza sulla morte di nostra zia». Emiliana Sestu non si dà pace, e anche ieri, come faceva da anni, ogni pomeriggio verso le 18, avrebbe voluto chiamarla, «zia Giovanna», Giovanna Caput, la donna di 80 anni morta in ospedale, nel reparto di Rianimazione del Brotzu, dopo essere caduta, venerdì scorso, sulle scale delle Poste di piazza del Carmine, battendo violentemente il capo sui gradini resi scivolosi dalla pioggia. «È difficile da accettare, quando una persona cara è malata in qualche modo te lo aspetti, ma zia Giovanna era in grande forma, e quest’incidente non doveva accadere. Su quelle scale non c’è un corrimano, sono sempre luride e scivolose. E poi la caduta dalla lettiga, mentre i soccorritori la caricavano sull’ambulanza, come ci è stato raccontato dall’amica che era con lei. Ma si può? Ma può accadere un fatto simile?».

Una storia di sport

Giovanna Caput, conosciutissima in città per la sua lunga storia legata alla pallacanestro e allo sport (era stata la fondatrice, nel 1963, insieme ad un gruppo di ragazze, tra le quali Leonilde Fantola, della Virtus Congregazione di basket femmininile) ma anche all’insegnamento di Italiano, storia e geografia alle medie, venerdì scorso aveva raggiunto le Poste centrali. Aveva un appuntamento per risolvere alcuni problemi. Pioveva. Un attimo e l’anziana donna ha perso l’equilibrio su quella scalinata scivolosa. «Ieri è arrivato il nulla osta per la restituzione del corpo, i funerali si terranno giovedì alle 16,30 nella chiesa del Carmine», racconta Emiliana Sestu, unica parente, insieme a sua sorella, di Giovanna Caput, che non si era mai sposata e non aveva figli. «Ci siamo rivolti a un avvocato, vogliamo sapere perché nostra zia è morta dopo quella maledetta caduta».

Il vigilante

Venerdì scorso Antonello Pirisi era in servizio alle Poste di piazza del Carmine. Guardia dell’Istituto di vigilanza Tiger, si trovava all'interno dell’ufficio quando ha sentito le richieste d’aiuto. Si è così catapultato sulle gradinate. Insieme a lui anche l’impiegato con cui Caput aveva appuntamento. «La signora – racconta – era riversa sul marciapiede, le usciva sangue dalla nuca, perdeva continuamente conoscenza. Abbiamo chiamato i carabinieri e il 118. I soccorritori l’hanno sistemata sulla lettiga ma la donna è caduta. Mi sono adirato. E parecchio. Ho scritto tutto nel rapporto consegnato alla centrale del mio Istituto». Poi la corsa in ospedale, il ricovero. La morte.

Il mondo dello sport

Mentre il mondo del basket cagliaritano piange la scomparsa della dirigente. Scrive Giuseppe Pasquinucci: “Anche oggi la pioggia porta le lacrime del dolore. Giovanna Caput, Cavaliere della Repubblica, professoressa eccelsa e prima Segretaria della Virtus Congregazione, con Presidente Fantola, ci ha lasciato. Ha dedicato tutta la sua esistenza ai giovani, a insegnare, educare. Giovanna lascia un vuoto incolmabile, un pezzo di vera Virtus”. Così il Comitato regionale Fip: “Il nome di Giovanna, come tutti la chiamavamo, è legato alla Virtus Cagliari. Un grande cuore, una grande sensibilità. Oggi quel cuore si è fermato”. E ancora la Virtus basket cagliari: “Una figura silenziosa, sempre presente, in piedi appoggiata nella porticina che porta alla segreteria della Virtus a guardare giocare le sue “bambine”. In silenzio a soffrire per le sconfitte e gioire per le vittorie”.

A. Pi.

© Riproduzione riservata