Cagliari, l’immagine dell'Anfiteatro è forse la peggiore. Erbacce, bottiglie e rifiuti di ogni genere ricoprono la roccia calcarea bianca lungo tutta la cancellata.

Villa Tigellio, invece, il complesso residenziale di epoca romana chiuso da tempo, è completamente sommerso dalla vegetazione. Ma incuria e degrado caratterizzano anche altri monumenti della città: del Bastione, del cantiere infinito a Santa Caterina, del plexiglass imbrattato e delle panchine di marmo spaccate sulla terrazza Umberto I, si sa tutto.

Così come si sa della Torre di San Pancrazio dove, nell'attesa del restauro da parte del ministero dei Beni culturali (attesa che dura da sei anni), nessuno può entrare e sulla pietra crescono le piante infestanti mentre il legno dei solai mostra inesorabilmente i segni del tempo.

Quindici minuti dopo le 10, domenica mattina in via Carbonazzi: «C'est incroyable!», è incredibile, dicono Roman e Babette, due turisti arrivati dalla Francia (Normandia). Non credono ai loro occhi. Sono di fronte a Villa Tigellio dove la vegetazione incolta è così alta da coprire parte della passerella costruita per i visitatori e per alcuni tratti anche la "casa degli stucchi" che deve il suo nome alla presenza di frammenti di decorazione in stucco.

«Abbiamo messo in bilancio i soldi per ripulire Villa Tigellio», circa 150mila euro, «a breve procederemo. Poi lo spazio sarà "ceduto" al servizio Cultura che deciderà sulla gestione», spiega Gabriella Deidda, assessora ai Lavori pubblici.

Mauro Madeddu 

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