Ha denunciato di essere perseguitata ormai da anni da un gran numero di haters, alcuni dei quali identificati dalla polizia postale, che in diversi social e nel web l’avrebbero insultata e denigrata in ogni modo, arrivando poi a prendersela anche con sua figlia, ancora minorenne, e il marito. Non solo. In rete, alla mercé di tutti, sarebbero anche comparsi dati per localizzare la sua abitazione e altro materiale confezionato per distruggere l’immagine pubblica e la vita privata della criminologa Elisabetta Sionis, 58 anni, ora diventata parte offesa in numerosi procedimenti penali che stanno germogliando in svariati tribunali in giro per l’Italia. E sotto indagine, accusati di diffamazione e atti persecutori, ci sarebbero anche personaggi noti della televisione, dirigenti di polizia e influencer e numerose persone che si nasconderebbero dietro profili fake e che, piano piano, la Procura gli investigatori starebbero identificando.

Atti persecutori

Uno dei vari processi per stalking si è aperto venerdì davanti al giudice del Tribunale, Gianluigi Dettori, nei confronti del cinquantenne Lucio Carmelo Lipari, originario di Savona. L’imputato è difeso dall’avvocata Rita Cesarano. È accusato di aver perseguitato la criminologa sarda, in concorso con persone ancora non identificate perché titolari di profili Facebook fake, pubblicando su Facebook contenuti e filmati dove la donna veniva derisa, ridicolizzata e con svariati riferimenti al sesso. Tutto sarebbe iniziato – ha raccontato Sionis al giudice – quando il suo nome era comparso in qualità di criminologa nell’ambito di un noto caso di cronaca: un giovane morto bruciato nel corso di quello che la Procura ha poi ritenuto essere stato un suo tentativo di uccidere la ex, rimasta sfigurata. Una vicenda che ha poi infiammato l’opinione pubblica, creando due schieramenti contrapposti, quando la famiglia del ragazzo aveva fatto riaprire le indagini sul rogo (poi nuovamente archiviate). In questo clima di contrapposizione sarebbe iniziata una campagna denigratoria nei confronti della 58enne, sfociata in svariate querele.

I procedimenti

Le indagini sulle svariate querele presentate hanno generato poi vari procedimenti nei confronti dei profili Facebook che venivano via-via identificati. Nel corso dell’udienza di venerdì, il giudice Dettori ha chiesto al pubblico ministero di provare a riunire i fascicoli disseminati in mezza Italia, alcuni già ad udienza preliminare, così da evitare la moltiplicazione processi o dei conflitti di giudicato. Elisabetta Sionis e la sua famiglia, costituiti parte civile con gli avvocati Stefano Marcialis e Aldo Luchi, hanno denunciato di essere ancora vittime di una persecuzione social su vari gruppi, quasi sempre ad opera di profili fake. Diffamazioni, denigrazioni e diffusioni in rete di notizie false (anche a sfondo sessuale) che avrebbero tolto serenità della donna e dei suoi cari. Dopo anni di indagini, però, ora stanno iniziando i processi.

Francesco Pinna

© Riproduzione riservata