E' un giovane del Cagliaritano il trecentesimo trapiantato di fegato all'ospedale Brotzu.

L'intervento, perfettamente riuscito, è stato effetuato questa mattina dall'équipe diretta da Fausto Zamboni, direttore della Chirurgia generale dell'ospedale cagliaritano.

Si tratta del ventiduesimo trapianto di fegato realizzato nel 2016, anno di ripresa delle donazioni dopo lo stallo degli anni scorsi.

I trapianti di fegato al Brotzu sono iniziati il 29 febbraio 2004 grazie a un organo donato dalla giovane Elisa Deiana, che già in vita si era espressa a favore della donazione, e grazie alla generosità dei suoi genitori, Paola e Alberto, che hanno accettato, senza tentennamenti, la sua volontà. A effettuare quel primo trapianto in Sardegna fu proprio Zamboni.

"Un trapianto d'organo è un atto complesso che coinvolge numerose figure, è l'atto conclusivo del lavoro di una organizzazione attiva 365 giorni l'anno 24 ore al giorno in tutta Italia - ha commentato Zamboni -. Il traguardo raggiunto oggi è un motivo di orgoglio e rappresenta l'opportunità per ringraziare i colleghi medici, gli infermieri, i tecnici, gli Oss e tutti gli operatori".

"Un ringraziamento particolare alle famiglie dei donatori che con la loro generosità, in un momento drammatico come la morte di un congiunto, decidono di donare gli organi e permettere di ridare speranza e vita ad altre persone che soffrono", ha sottolineato Graziella Pintus, commissario straordinario dell'Aob.

Il traguardo è stato commentato anche dall'associazione Prometeo, che raggruppa molti trapiantati di fegato. "Vogliamo sottolineare il grande lavoro svolto dall’équipe del dottor Zamboni, il quale ha di fatto creato una nuova scuola di chirurgia. Gli eccellenti standard qualitativi e quantitivi finora garantiti sono, infatti, possibili grazie alla presenza non solo di un grande chirurgo trapiantatore ma anche di un gruppo multidisciplinare di professionisti", sostiene Pino Argiolas, presidente dell'associazione. "Un gruppo che, un domani, sarà senz’altro in grado di onorare l’eredità che riceverà dal Maestro. L’azienda “Brotzu” ha riconosciuto questo valore e lo sta promuovendo con l’introduzione di nuove figure professionalie, con la stabilizzazion edi alcune giù presenti ma precarie, in vista del rafforzamento del day-hospital del Centro trapianti e dell’avvio del trapianto di fegato diviso (split liver). Come da noi auspicato e richiesto", prosegue Argiolas, "queste innovazioni si stanno già traducendo in una migliore assistenza per i pazienti nel post-trapianto e si tradurranno – ci auguriamo a breve - in maggiori opportunità di curaper le persone in attesa di un nuovo fegato. Ricordiamo, infatti, che il trapianto split consentirà di salvare due pazienti con un solo organo e di non “perdere” i fegati di donatori entro i 50 anni di età. Questi, infatti, in base alle nuove direttive devono essere divisi tra due persone in lista e possono quindi essere trapiantati solo da centri in grado di eseguire tale tipo di intervento".
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