Dura presa di posizione della Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Cagliari, Cristina Ornano, contro la decisione di Areus di limitare alle sole ore notturne il servizio di primo intervento e soccorso nel carcere di Uta finora assicurato H 24 dal personale del 118. La richiesta è di un «immediato ripristino del servizio» con «riserva, in caso contrario, di valutare la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica ed alle Autorità competenti».

«Si tratta di una decisione – precisa Ornano commentando la scelta di Areus – che, nei fatti, interrompe per la gran parte della giornata un servizio pubblico essenziale, indispensabile per garantire adeguata assistenza e un efficace e tempestivo intervento, specie in relazione agli eventi critici che nel carcere si verificano con frequenza e che possono presentarsi nell’arco dell’intera giornata e non solo nelle ore notturne».

«La scelta, assunta peraltro senza alcuna preventiva interlocuzione con le Istituzioni preposte alla cura e vigilanza sul carcere e sulle persone detenute – prosegue Ornano – , non tiene in alcun conto i rischi concreti sia per la tutela della salute delle persone detenute e del personale di Polizia penitenziario e civile, oltre a tutti coloro che per varie ragioni quotidianamente vi accedono (complessivamente circa 1500 persone), sia per la sicurezza interna all’Istituto, con negative ricadute anche sui servizi di pronto soccorso».

Sulla vicenda la Regione ha già annunciato nelle scorse ore la diffida nei confronti della direttrice generale dell’Agenzia regionale dell’emergenza e urgenza, Simonetta Bettelini. L’assessorato ha infatti parlato di «scelta unilaterale fatta in maniera autonoma, senza alcuna autorizzazione o disposizione». «Prendiamo le distanze da questa posizione assolutamente non condivisa – la nota dell’assessorato –  e invitiamo la direttrice a revocare immediatamente il provvedimento».

Ad auspicare un «intervento urgente dell’Assessore regionale alla Sanità per l'immediato ripristino H24 di questo servizio pubblico essenziale» è anche l’Ordine degli Avvocati di Cagliari, che in una nota firmata dal presidente Matteo Pinna esprime «forte preoccupazione» parlando anche di «decisione inspiegabile» e che «di fatto limita il diritto alla salute in carcere».

Nella nota Pinna ricorda anche la recente notizia della morte «di un ragazzo di 23 anni dopo due giorni di agonia seguiti a un tentativo di suicidio. Il trentottesimo suicidio dall’inizio dell’anno, un’emergenza intollerabile, legata al sovraffollamento e a condizioni spesso invivibili per chi è costretto a espiare la propria pena in carcere». «Il carcere di Uta, dove vivono e lavorano più di mille persone tra condannati, operatori penitenziari, sanitari e civili, ospita – la precisazione – oltre a persone con patologie fisiche, molte persone con disturbi psichiatrici che spesso conducono ad atti autolesionistici che mettono in pericolo di vita e che necessitano di un immediato soccorso sanitario professionale»

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata