Andrea Serra è un maestro che insegna nel reparto di oncoematologia dell’ospedale Microcitemico di Cagliari. Una scuola elementare molto particolare. Ha raccontato la sua storia nel programma “Zarathustra, tracce per non perdersi nella nebbia” con Pietro Del Soldà e Ilaria Gaspari su Radio Tre.

Andrea incontra tanti bambini, alcuni pronti a riprendersi la loro vita al di fuori della struttura sanitaria, altri, purtroppo, come è stato sottolineato nel corso della trasmissione, con un orizzonte incerto perché «il tempo della malattia divora ogni possibilità di futuro».

Una storia emblematica su un lavoro delicato di dialogo e confronto, alla ricerca della sintonia e della fiducia, per offrire ai giovanissimi allievi un aiuto concreto per vivere una vita piena al di là della patologia. Non è il solito rapporto tra maestro e allievo. È qualcosa di diverso, ha spiegato Andrea Serra.

Si dice “finché c’è vita, c’è speranza”. Il maestro, in questo caso, modifica il proverbio che giunge da Cicerone: «Finché c’è vita, c’è vita», perché la speranza, come dice Spinoza, è «una gioia incostante». Tanti temi si sono intrecciati nel denso contributo di Andrea Serra, che collabora da anni con il  Festival “Tuttestorie”. 

Ci sono l’immenso valore della scuola e dell’educazione, il ruolo dei genitori e degli insegnanti, il senso dell’esistenza da “assaporare” ogni minuto della giornata. “Correre a squarciagola” era il titolo della testimonianza di Andrea Serra che per i suoi bambini ha anche scritto un libro, “L’altalena” (Bookabook, 2022). Bisogna “correre a squarciagola” per vivere bene ogni istante anche se la vita è un orizzonte che può essere breve.   

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