Albero caduto a Cagliari, l’esperto: «Bisognava progettare sostegni artificiali per evitare i crolli»
Parla il responsabile della Gestione verde dell’Università: «In città i ficus non riescono a svilupparli autonomamente»Un episodio che (forse) si poteva evitare. Questo emerge dalle parole di Gianluca Iiriti, il responsabile della Gestione verde dell’Università di Cagliari, intervenuto riguardo al crollo dell’albero monumentale di piazza Ingrao: «Questi alberi, per loro caratteristica crescono più orizzontalmente, con rami molto lunghi paralleli al suolo, più che verticalmente. Questo porta l’albero ad appesantirsi».
Ecco che in natura, spiega Iiriti, è lo stesso ficus a pensare al proprio equilibrio: «Creano delle radici aeree che diventano delle colonne, dei veri e propri sostegni che la stessa pianta si organizza». Radici che partono dai rami e arrivano sino al suolo: un lavoro in autonomia, quello degli alberi, reso difficile dal contesto cittadino: «Siamo in un ambito urbano», prosegue l’esperto, «tra strade e marciapiedi è molto difficile che riesca a sviluppare questo tipo di struttura. Questo tipo di crolli può essere messo in relazione all’assenza di un sostegno naturale».
Ecco che allora, in pieno centro, è necessario l’intervento dell’uomo. Soprattutto rispetto alle altre branche del ficus, ora potenzialmente pericolose: «È importante», chiarisce, «progettare dei sostegni artificiali. Ci troviamo in un ambiente urbano, con infrastrutture. Questo potrebbe essere un modo di gestire alberi monumentali».