Ennesimo grave episodio di violenza contro agenti del Corpo di Polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Uta.

"Intorno alle 16.00 - denunciano Luca Loi e Luca Fais, delle Segreterie regionale della Sardegna e provinciale di Cagliari del Sappe - un detenuto straniero ubicato nel reparto isolamento, con problematiche di natura psichiatrica, dopo aver fruito della telefonata ha spaccato il telefono della sezione e cercato di aggredire l’ispettore di sorveglianza e il personale intervenuto a placare la furia del detenuto".

"Risultato finale - continuano - tre operatori di polizia compreso l’ispettore hanno dovuto ricorrere alle cure del nosocomio cittadino, uno di loro ha subito una lacerazione sul labbro. Il Sappe esprime piena solidarietà ai poliziotti coinvolti nella spiacevole vicenda augurando loro una pronta guarigione".

"Ancora una volta dobbiamo segnalare la totale assenza di un adeguato piano di contrasto per arginare questo di violenza", proseguono, come "la fondamentale necessità di istituire le camere di sicurezza presso gli ospedali ed ogni altra iniziativa finalizzata a contrastare le aggressioni, le colluttazioni e i ferimenti che si verificano costantemente, con poliziotte e poliziotti contusi, offesi e feriti e addirittura colpiti dal lancio di feci e urine dei detenuti, con celle devastate ed incendiate".

"Così non si può andare più avanti - concludono - è uno stillicidio continuo e quotidiano".

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, anche il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha gravi responsabilità: "E' sempre più distante dalla ‘sua’ forza di Polizia, la Polizia Penitenziaria. Non ha indicato una soluzione concreta per fermare questa spirale di violenza: anzi, sembra che le proposte per rivedere i circuiti e le norme dell’ordinamento penitenziario, a partire dalla vigilanza dinamica delle carceri che è alla base di tutta questa violenza inaccettabile, siano state abbandonate in qualche cassetto polveroso del Ministero".

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata