Il napoletano Giuseppe Di Dato e l'operaio cagliaritano Simone Olla sono stati arrestati dai carabinieri in flagranza. Fermo di polizia giudiziaria per Vittorio Di Dato e Alberto Partolino, il presunto boss.

L'hascisc e la marijuana viaggiavano nei sacchi degli abiti usati, ricoperti dalla naftalina per ingannare i cani antidroga. Il corriere, un napoletano, non immaginava che i carabinieri conoscessero i movimenti della banda campano-cagliaritana. Quando è stato fermato alla guida di un furgone, nelle vicinanze di Macchiareddu, trasportava 39 chili e mezzo di hascisc e uno di marijuana nascosti tra maglioni, pantaloni e sciarpe. Un carico destinato a un cagliaritano residente a Pirri che avrebbe poi provveduto a smistare la droga in città e nell'hinterland. Nell'operazione condotta dai militari della compagnia di Dolianova, iniziata martedì e conclusa ieri, sono finiti in cella quattro persone: due cagliaritani di Pirri, Alberto Partolino, 25 anni, e Simone Olla (28), e i fratelli napoletani Giuseppe (31) e Vittorio Di Dato (27).

I VIAGGI Le indagini degli uomini del nucleo operativo di Dolianova, coordinate dal capitano Davide Colajanni, sono iniziate lo scorso novembre. Gli investigatori hanno tenuto sotto controllo alcuni piccoli spacciatori del Parteolla per risalire al loro presunto rifornitore, Alberto Partolino, qualche precedente per spaccio alle spalle e un lavoro saltuario in un'autolavaggio. Sono così iniziate le intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno permesso ai carabinieri di ricostruire il traffico di stupefacente. Partolino, secondo l'accusa, era in contatto con i fratelli Di Dato. Insieme a Simone Olla avrebbe effettuato diversi viaggi a Napoli per incontrarsi con i due napoletani, Giuseppe residente a Marigliano e Vittorio a Ercolano. Qui si sarebbero accordati per far arrivare a Pirri un importante carico.

LE SPEDIZIONI Come copertura Giuseppe Di Dato avrebbe deciso di aprire un negozio di abiti usati a Cagliari. Per questo avrebbe contattato diverse agenzie immobiliari. Non aveva ancora trovato il locale adatto ma avrebbe iniziato comunque le spedizioni di vestiti. Un modo per verificare se tutto sarebbe potuto filare liscio. Il commerciante faceva tutto da solo. Acquistava i capi d'abbigliamento usati nel Napoletano, li portava a un corriere privato per la spedizione a Cagliari. Lo stesso Di Dato, dopo un viaggio in aereo, andava a ritirare personalmente il carico. Un'operazione, come accertato dai militari, ripetuta almeno due volte, probabilmente senza droga. Il 2 marzo però era fissato il trasporto "vero" e i carabinieri di Dolianova, in collaborazione con i colleghi della stazione di Macchiareddu, hanno organizzato il blitz. Di Dato ha ritirato tre sacchi di abiti e li ha caricati in un furgone Fiat Ducato. Davanti a lui, alla guida di una Ford Puma, Simone Olla aveva il compito di verificare eventuali presenza sgradite delle forze dell'ordine ed eventualmente lanciare l'allarme: avrebbe dovuto avvisare Di Dato che in questo modo avrebbe avuto tutto il tempo di cambiare strada. I due sono stati bloccati dai militari. Dalla perquisizione sono saltati fuori i 40 chili di stupefacente, acquistati a Marano di Napoli per circa 80 mila euro e che, rivenduti al dettaglio, avrebbero fruttato almeno 400 mila euro. Erano sistemati a metà delle sacche, tra gli abiti. L'hascisc era stato prodotto in diverse parti come si è potuto riscontrare dai marchi sui panetti. Di Dato e Olla (operaio, incensurato) sono finiti direttamente nel carcere di Buoncammino con l'accusa di trasporto e commercio di droga.

IL BOSS Con le prove in mano i carabinieri hanno ottenuto dal magistrato Alessandro Pili il fermo di polizia giudiziaria per gli altri due componenti della banda, eseguiti venerdì con l'aiuto degli uomini dello squadrone Cacciatori di Sardegna, della stazione di Pirri e del nucleo operativo della compagnia di Cagliari. Vittorio Di Dato è stato raggiunto in città: stava andando a trovare il fratello in cella. Un colpo di fortuna che ha evitato ai militari di Dolianova una trasferta in Campania. Partolino, considerato dagli investigatori il destinatario finale del carico di droga e il boss dell'organizzazione, è stato bloccato nella sua abitazione a Pirri. Il sospetto è che si stesse preparando a un viaggio.

MATTEO VERCELLI
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