Sembra un calciatore a piede libero invece è uno spogliarellista. Michele Piroddi, in arte Mister Mick, indossa una tuta da ginnastica color panna sopra una maglia bianchissima con stemma tricolore e marchio D&G. Marchio che si ripete vistosamente in un anello color acciaio e su una catena. Da collo. Al polso, un orologio con cinque quadranti, superficie netta appena inferiore a quella di una sveglia vecchio formato. Il capello ha sfumature biondo grano, effetto bagnato, riga in mezzo e, per il resto, maliziosamente sfilzato. La barba è di qualche giorno, segno di una vita sapida e piena. Fisico da palestra. Molto apprezzato: appena seduto al tavolino di un bar per l'intervista, lo trafiggono incuriositi sguardi femminili. Ipnosi da effetti speciali.

Michele è il quinto dei sei figli di un avvocato morto qualche tempo fa. Ha trentun anni, una mamma in ansia nella speranza che si laurei in Scienze motorie, fratelli che oscillano fra perplessità e attesa. Legge la Gazzetta dello Sport e L'Unione Sarda, no libri. Cinema poco, possibilmente in dvd a patto che siano film d'azione. In un filmato su Facebook, che sponsorizza la sua attività, lo si vede di spalle, impegnato in uno strip che è tutto una scossetta nevrotica, un twist and shout di natiche, insomma 'a mossa. Come Ninì Tirabusciò.

La carriera.

«Nel 2005 ho lavorato a Buona Domenica con Maurizio Costanzo. Ho fatto parte anche della squadra dei Centocelle Nightmare, quelli che si spogliavano in televisione. Poi sono stato a Ciao Darwin con Paolo Bonolis».

Che la chiamava mister minchia.

«Sì, per ridere. Io non amo la volgarità. In quella trasmissione facevo parte del team “amor profano” contro “amor sacro”. Bella esperienza».

Quante volte si è spogliato in pubblico?

«Almeno un migliaio».

Record?

«Otto marzo 2006: undici volte in una sola sera».

Undici? Tifoseria da stadio.

«Beh, sicuramente lo show funziona. Avvince e stupisce».

Incassi extra attraverso gli slip?

«Soldi nelle mutande, vuol dire? Le donne, purtroppo, hanno il braccino corto. Sono tirchie. Per rompere questo tabù una volta ho fatto distribuire dollari Usa con la mia immagine».
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