Sequestrati circa seicento piccoli elettrodomestici capaci di raggiungere temperature molto elevate, ma sprovvisti dei marchi di qualità e delle certificazioni regolari per essere venduti in Italia. A decidere di ritirare dagli scaffali dell'ipermercato cinese Shangai di viale Monastir decine di phon e piastre per capelli, ma anche qualche tostapane e altre apparecchiature elettriche, sono stati i carabinieri del Nucleo antisofisticazione.

POCA SICUREZZA Niente di penale, almeno secondo le prime indiscrezioni filtrate, ma un sequestro amministrativo deciso sulla base di contestazioni al codice del commercio. In particolare, secondo quanto emerso durante le indagini, in decine di scatole di queste apparecchiature mancavano i simboli della Comunità europea (il classico CE), oppure la dicitura era errata. Tanto basta per capire che gli elettrodomestici potevano non avever passato i classici controlli di sicurezza, indispensabili specie in caso di strumenti che funzionano con serpentine ad incandescenza che, in caso di guasto, potrebbero ferire o innescare pericolosi incendi. È il caso degli asciugacapelli, ma anche delle piastre che possono raggiungere temperature molto elevate.

ANALISI Completato il sequestro, i militari hanno anche deciso di studiare alcuni oggetti-campione che verranno smontati nei laboratori dell'Arma: l'indagine servirà per capire le modalità di costruzione dei circuiti, così da poter escludere eventuali rischi. Nelle scorse settimane, in altri negozi cinesi di Sestu, gli uomini del Nas avevano sequestro altre 250 confezioni di piccoli elettrodomestici: rasoi, cacciaviti elettrici e altro materiale elettrico. Anche in quel caso, nelle scatole non ci sarebbero state le precauzioni per l'utilizzo delle apparecchiature ed i marchi CE della Comunità europea non risultavano corretti.

MARCHI SIMILI I controlli a tappeto che stanno impegnando i militari legati al Ministero della Salute puntano anche a evitare un utilizzo scorretto dei marchi di garanzia, così come previsto da un decreto legislativo del novembre 2007. In particolare, la merce importata non può riportare segni simili o che inducano in errore il consumatore. Il marchio con le lettere «C E», ad esempio, viene impresso sui prodotti destinati al mercato comunitario e serve a garantire l'acquirente sulla conformità dell'apparecchiatura ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa comunitaria. Qualche volta, in alcuni prodotti cinesi appare un marchio simile, ma con una distanza minore tra le due lettere, che significa «China Export» (destinati all'esportazione), ma manca la garanzia che abbiano superato i test di sicurezza europei.

FRANCESCO PINNA
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