Vive a Cagliari da nove anni e ha trovato anche una compagna. Ma è ancora un clandestino, con due decreti di espulsione dal territorio italiano.

Un senegalese di 30 anni è stato fermato dai finanzieri, per un normale controllo, in via Goldoni. Finito in manette per non aver rispettato il decreto, è stato processato. Ma il giudice lo ha assolto: non poteva lasciare l'Italia perché non aveva i mezzi per farlo. Risultato: ha ricevuto un'altro decreto di espulsione da parte del questore.

MANI LEGATE L'episodio, accaduto la scorsa settimana, ripropone le contraddizioni in materia di immigrazione. Da una parte c'è l'extracomunitario arrivato in Sardegna in modo clandestino che si integra con la comunità locale e lavora (il più delle volte senza un contratto) ma resta sempre in una situazione di irregolarità. Trova l'amore, proprio con una cagliaritana, ma non basta per cancellare la sua clandestinità. Inizia così a collezionare decreti di espulsione fino a quando finisce in manette. Dall'altra ci sono le forze dell'ordine, nel caso del trentenne senegalese arrestato i militari della Guardia di Finanza di Cagliari. Quando arrestano il clandestino dopo aver appurato che a suo carico ci sono due decreti di espulsione, legge alla mano fanno il loro dovere.

LA CONTRADDIZIONE Ma la contraddizione può esplodere nell'aula di un Tribunale. È la terza fase. Il giudice appura che il giovane senegalese non ha i soldi sufficienti per lasciare l'Italia e tornare in Senegal. E lo assolve. Il giro si conclude con un nulla di fatto.

LE OPERAZIONI All'inizio dell'anno, in un appartamento di via Bingia Bonaria, a Pirri, era scattato un blitz dei carabinieri. Nella casa vivevano dodici, senegalesi, ambulanti. Otto avevano un regolare permesso di soggiorno. Quattro avevano invece a loro carico un decreto di espulsione. Erano stati identificati e arrestati. Nel dicembre dello scorso anno in un'abitazione di via Ospedale, di proprietà di un uomo di nazionalità giordana, c'erano quattordici senegalesi, quattro di questi clandestini. Tre di loro (25, 26 e 23 anni) erano stati arrestati per mancata esecuzione del decreto di espulsione, uno (41 anni) perché già espulso: dopo aver trascorso un periodo in Portogallo, era tornato in Italia prima del limite. Succede spesso. (m. v.)
© Riproduzione riservata