Le barelle delle ambulanze “ostaggio” nei pronto soccorso? Per l’Areus, azienda regionale per l’emergenza-urgenza, si tratta solo di un modo per tagliare le lunghe attese degli operatori del 118. 

La polemica è scoppiata nei giorni scorsi. Le associazioni degli operatori avevano segnalato una direttiva che imponeva l’abbandono delle barelle all’interno degli ospedali.

Un’indicazione, quella di Areus, diramata in un contesto complesso, soprattutto nel sud della Sardegna: succede che i pazienti stazionino per ore fuori dai pronto soccorso, a bordo delle ambulanze. Una volta dentro, però, non ci sono letti disponibili. Così i malati restano adagiati sui supporti che sono serviti per il trasporto.

Intanto, i volontari sono costretti ad attendere che qualcuno trovi un posto per i loro assistiti all’interno dell’ospedale. E prima che tornino in possesso della loro barella può trascorrere anche mezza giornata.  

Il problema, per chi lavora con il 118 (ora 112) è che la sicurezza non è garantita.  

«Le direttive emanate hanno la finalità di regolamentare una situazione che ormai da diverso tempo si sta creando nelle strutture ospedaliere», spiegano da Areus, «la nostra principale missione è quella di fornire il servizio di soccorso sanitario pre-ospedaliero in modo ottimale, nel minor tempo possibile, possibilmente senza interruzioni su tutto il territorio regionale, evitando situazioni di disservizio causate, come in questo caso, dai lunghi tempi di attesa a cui gli Enti del Terzo Settore convenzionati debbono far fronte per la restituzione dei presidi, quali le barelle». 

La nota dell’agenzia regionale prosegue spiegando che è necessario fare in modo «che una volta che il paziente viene preso in carico dalle strutture ospedaliere, l'ente che ha effettuato il trasporto pre-ospedaliero, qualora non rientri in possesso della barella o dei presidi dopo un congruo lasso di tempo, rientri in sede, attivi l'ambulanza di riserva (che già deve essere allestita come quella principale) e ritorni alla piena operatività entro il termine di 20 minuti, così come prevede la convenzione».

L’obiettivo è tagliare i tempi «in cui l'ambulanza dell’associazione o cooperativa non può rispondere alle richieste di soccorso perché costretta a sostare per lunghi periodi nelle strutture ospedaliere in attesa della riconsegna delle barelle o di altri presidi. Si tratta situazioni a loro certamente non imputabili, ma con tempi che talvolta si protraggono anche al giorno seguente». 

(Unioneonline/E.Fr.)

© Riproduzione riservata