«Banditi sardi che assaltano portavalori»: reazioni e polemiche dopo il video di Saviano
Deidda (FdI): «Basta con i luoghi comuni». Pais (Lega): «Parole gravi, intervengano le istituzioni per tutelare l’onorabilità dell’Isola»Il servizio di Gianfranco Locci per il Tg di Videolina
Reazioni e polemiche, sui social e non solo, dopo il video in cui lo scrittore Roberto Saviano ipotizza che gli autori dell’assalto al portavalori avvenuto nei giorni scorsi sull’Aurelia possano essere sardi, in particolare di Desulo o Sassari.
LE PAROLE DI SAVIANO - «L’assalto è avvenuto da parte di una banda di rapinatori sardi - sottolinea, tra l’altro, l’autore di “Gomorra” - lo sappiamo perché un video ha raccolto alcuni momenti dell’azione. E si sentono alcuni banditi con l’accento sardo». «I due grandi gruppi – aggiunge Saviano – che in questo momento fanno gli assalti ai portavalori sono sardi e foggiani. Precisamente i cerignolani e dell’organizzatore Garganica e Sassari e Desulo, soprattutto, per le organizzazioni sarde».
Parole che hanno innescato moltissimi commenti e repliche. Non solo quella del sindaco di Desulo Gian Cristian Melis, ma anche quelle di esponenti politici dell’Isola.
DEIDDA (FDI) – «Invito lo scrittore Saviano a Desulo per uno spuntino, per mostrargli le bellezze del paese e la sua operosità», ha scritto in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda, sottolineando che a Desulo ci sono «persone laboriose e oneste come i sardi e i barbaricini sanno essere» e che «è ora di superare i luoghi comuni sui desulesi e sui barbaricini: rapitori e rapinatori sono solo battute da bar sport o, peggio, etichette odiose». «Le responsabilità penali sono dei singoli – prosegue Deidda – e aspettiamo la conclusione delle indagini, tifando per le forze dell’ordine, con l’auspicio che i malviventi siano assicurati alla giustizia per la pericolosità dimostrata».
Ancora, scrive l’esponente di FdI: «Ora che sa delle mie origini desulesi, Saviano cambierà il parere? Sorrido all’idea ma nel pranzo chiariremo anche i messaggi delle chat private rubate e divulgate abusivamente. Sono sicuro che cambierà idea sui desulesi e anche sui Fratelli d'Italia e possiamo scherzarci su. Non è un pesce d'aprile».
PAIS (LEGA) – Nella querelle è intervenuto anche il parlamentare della Lega ed ex presidente del consiglio regionale Michele Pais, secondo cui quelle di Saviano sono «parole gravi e fuori luogo, in cui offende tutti i sardi, come se fossimo tutti criminali e banditi».
«Penso – prosegue Pais - che sia obbligo delle Istituzioni sarde difendere l'onorabilità di un Popolo che merita rispetto sempre, non solo durante le dorate vacanze estive per godere della bellezza della nostra Terra e della generosità di cui siamo capaci. Verso tutti. Anche di chi si permette di offenderci. Ma ancora più insopportabile – prosegue Pais - è la circoscrizione di categorie criminali nei confronti dei Sassaresi e Desulesi, come se fossero ceppi antropologici di bande malavitose. Mi chiedo come si possa permettere fare simili affermazioni. Da sardo e da sassarese mi sento profondamente offeso». «Mi attendo – conclude Pais – delle scuse, secche, senza giustificazioni, per delle parole pronunciate con eccessiva leggerezza. Anche se non cancellerebbero l'offesa, sarebbe il gesto minimo di educazione che Saviano, con umiltà, dovrebbe fare».
DON GALIA – Tra i commenti apparsi sui social dopo il video dello scrittore, anche quello di don Gaetano Galia, cappellano del carcere di Sassari e presidente di Cospes Salesiani Sardegna, che, invece, invita a contestualizzare le parole dello scrittore, il cui pensiero, spiega su Facebook, «dice una realtà molto ovvia. In Sardegna non si è mai sviluppata l’organizzazione di tipo criminale mafiosa, camorristica, ‘ndranghetistica, tipica del sud Italia. E Saviano lo spiega. Noi sardi – aggiunge Galia – non siamo facili a farci mettere sotto da un capo (in questo mi sento orgoglioso!). Siamo un po’ lupi solitari. Lo possiamo fare per un obiettivo specifico, tipo una rapina o i vecchi sequestri di persona, ma non sopportiamo a lungo un capo che decide per noi. Cosa ci sarà di male in questa affermazione. Poi Saviano mica sta dicendo che tutti sardi sono criminali. Dai, – conclude il sacerdote - impariamo a leggere ciò che dice l’altra persona, invece che partire in quarta in maniera istintiva. Siamo permalosi, ma cresciamo Dio mio».
(Unioneonline)