"In questo momento ventilare un fermo dell'autotrasporto in Sardegna non solo è inutile, ma danneggerebbe l'economia di un territorio del quale gli autotrasportatori sono parte integrante e responsabile. All'avvio della campagna estiva è inimmaginabile pensare di bloccare l'Isola e, quindi, chi lo ipotizza lo fa per logiche che poco hanno a che vedere coi problemi reali e concreti che gravano sul nostro settore". A dirlo, in una nota, è Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere, il raggruppamento autonomo di Pmi dell'autotrasporto, a fronte dell'annuncio di ieri del movimento ASR (Autotrasportatori Sardi Riuniti) che si sta riorganizzando per un nuovo fermo dell'autotrasporto in tutta l'Isola.

"Certamente dire no al fermo dell'autotrasporto non significa affatto non riconoscere le difficoltà che stanno rendendo la vita impossibile a tante aziende del territorio", precisa Franchini. “Siamo stati i primi ad affermare che il protocollo sottoscritto dalle associazioni di categoria che siedono all'Albo con la viceministra Bellanova sarebbe stato un fallimento e così è stato, e siamo stati i primi a chiedere un tetto al prezzo del carburante, che vada oltre al taglio delle accise, per interrompere la spirale di speculazioni che hanno provocato aumenti ingiustificati del gasolio, ma anche del costo dei traghetti”. “Proprio per la loro specificità le aziende di autotrasporto sarde sono ulteriormente penalizzate rispetto alle altre e anche i fondi del marebonus si sono dimostrati del tutto insufficienti".

"Parallelamente prendiamo atto che la decisione del Governo Draghi di confermare il taglio accise fino all'8 luglio, per autocarri da Euro IV a scendere, rappresenta una boccata di ossigeno, così come l'annuncio del Consiglio dei Ministri di ieri sera che ha stanziato 500 milioni di euro per ristorare almeno in parte le imprese che con gli autocarri Euro V e Euro VI sono di fatto rimaste escluse dai rimborsi ordinari delle accise”, aggiunge la portavoce di Ruote Libere. “Appiattire la complessità di questo momento in un annuncio estemporaneo di un fermo forse risponde alle esigenze di visibilità o alle ambizioni personali di qualcuno, ma non può fare il bene del nostro settore", la conclusione.

(Unioneonline/v.l.)

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