Uno “schiaffo” alla Sardegna, un sopruso senza precedenti all’Autonomia sarda. Il nuovo testo del Decreto attuativo delle «Aree idonee» elaborato dal Governo non solo aggrava il piano di invasione eolica e fotovoltaica dell’Isola, ma fissa paletti che puntano a cancellare per sempre il «Governo del Territorio» da parte della Regione.

Atto ostile

La proposta di provvedimento, in arrivo sul tavolo della Conferenza Unificata, è un atto non solo ostile verso la Sardegna, ma per molti versi sembra scritto per colpire l’Isola se si guardano, per esempio, le disposizioni previste per la tutela archeologica della civiltà nuragica. Il testo governativo, in ritardo di quasi ottocento giorni, andrà ora all’esame della Conferenza Unificata in cui è previsto che le Regioni esprimano l’Intesa.

Soccombere all’invasione

È fin troppo evidente che, se la Regione Sarda darà il via libera a quel provvedimento, per la Sardegna significherà soccombere all’invasione di lobby e faccendieri del sole e del vento, senza una minima possibilità di reazione, visto che in quel Decreto sono previste disposizioni che violano palesemente la potestà della Regione sarda nella pianificazione territoriale. Il primo “schiaffo” rilevante la Sardegna lo deve incassare nella tabella di riparto dei megawatt di rinnovabili da produrre entro il 2030.

L’inganno dei numeri

I numeri assegnati all’Isola erano già esorbitanti e campati per aria nella prima stesura del Decreto, ora sono stati persino incrementati passando da 6.023 megawatt ai 6.246 della nuova bozza. La Regione sarda, che guidava la Commissione competente della Conferenza delle regioni, non solo non è riuscita ad imporre un riparto proporzionale alle esigenze di consumo, ma subisce addirittura un incremento della potenza di produzione.

Regalo alle “Speciali”

Guarda caso chi “guadagna” da questo incremento “riservato” alla Sardegna, e ad altre Regioni, sono le Province Autonome di Trento e Bolzano e la Regione Valle d’Aosta, la stessa che viene a realizzare impianti eolici in terra sarda attraverso le proprie società regionali. L’assegnazione di 6.246 megawatt alla Sardegna contrasta con tutti i principi ispiratori delle stesse direttive comunitarie, sia per quanto riguarda il principio di “prossimità”, si produce dove si consuma, ma anche rispetto al parametro di proporzionalità legato ai consumi. È semplicemente inspiegabile che la Sardegna debba produrre energia rinnovabile quasi quanto la Lombardia, con la differenza sostanziale che in quella Regione vivono più di dieci milioni di abitanti mentre da noi appena un milione e 650 mila.

Autonomia calpestata

Accettare questo riparto significa non solo soccombere a calcoli “statali” funzionali a colpire la Sardegna, ma anche provocare una lesione grave dell’Autonomia regionale che verrebbe schiacciata da una palese imposizione di Roma. Un riparto che se non rispettato - è scritto nel provvedimento - porterebbe addirittura al “commissariamento” della Regione. Una follia solo pensare di poter accettare questa “vessazione” con il conseguente rischio di vedere una Regione Autonoma governata dallo Stato. In questa nuova bozza, di cui ancora non si ha una “paternità” certa sulle modifiche proposte, non sono pochi i “vulnus”, anche costituzionali, che ledono in maniera grave l’Autonomia regionale a partire dalla definizione di “principi e criteri” declinati in metri e chilometri. È di una gravità inaudita, infatti, pensare di imporre ad una Regione, per giunta Speciale, principi e criteri vincolanti in termini di distanze e superfici.

Sfregio nuragico

Si tratta a tutti gli effetti di un’invasione di campo inaccettabile. Un fatto ancora più grave per la Sardegna vista, per esempio, la norma sui beni archeologici. Il patrimonio archeo-nuragico dell’Isola ha una caratteristica unica nel suo genere: è diffuso in tutto il territorio regionale e si colloca nel panorama rurale. Basti un esempio: la comparazione della Reggia Nuragica di Barumini con il Colosseo. La prima ha 3.500 anni di storia, il secondo “appena” 2.000. Il sito di Barumini, o qualsiasi altro nuraghe, in base alle disposizioni di questo nuovo Decreto, può essere circondato, oltre il confine di 500 metri, da pannelli fotovoltaici e, oltre i tre chilometri, di pale eoliche. Il Colosseo, proprio per la sua collocazione dentro un perimetro urbano, sarà salvaguardato dalla “follia” del Decreto sulle «aree idonee».

«Paesaggio industriale»

È fin troppo chiaro che la Civiltà nuragica, seppur molto più antica di quella romana, rischia di essere travolta da disposizioni funzionali a devastare le caratteristiche essenziali della storia dell’Isola, norme già duramente contrastate dalla stessa Soprintendenza Speciale nazionale del Pnrr che apertamente ha parlato del rischio di trasformare il «paesaggio sardo» in un «paesaggio industriale». In tutto questo la Sardegna, per colpa di queste norme “transitorie”, prossime a diventare definitive, ha pagato già il prezzo dell’impianto fotovoltaico proprio intorno alla “Reggia” di Barumini.

Salvi i progetti presentati

A questo si aggiunge una disposizione destinata a far soccombere l’Isola. Il Governo, infatti, ribadisce la disposizione con la quale si afferma che tutti i progetti già presentati dovranno essere esaminati con le norme previgenti. Questo significa che, se passasse questa norma “sudamericana”, i progetti presentati in Sardegna, per oltre 57.000 megawatt, potenza sufficiente per oltre 50 milioni di abitanti, verrebbero valutati senza alcun tipo di limite o vincolo, facendo della Sardegna un’unica distesa di pannelli cinesi e copiose foreste di pale eoliche.

Sardegna ko

Una norma anche questa che sembra fatta per colpire l’Isola, visto che i progetti presentati nelle altre Regioni, escluse Puglia e Sicilia, sono decisamente irrisori. Un dato è certo: se la Regione sarda non si opporrà a questo Decreto, compreso il ricorso alla Corte Costituzionale, diventerà a tutti gli effetti “complice” politica e istituzionale di questo “agguato” alla Sardegna. Oltre all’opposizione “costituzionale” a questo possibile Decreto, la Regione deve intervenire con una urgente «normativa urbanistica», in base alla competenza primaria sancita dallo Statuto Speciale, in grado di bloccare senza mezzi termini questa calata in terra di Nuraghi di faccendieri, lobby e speculatori di ogni genere.

Resa dei conti

Il tempo della “resa dei conti” sull’assalto eolico e fotovoltaico all’Isola è ormai prossimo. Il bivio è tracciato: essere complici della più bieca e spregiudicata speculazione energetica o decidere di essere concreti, efficaci e rapidi difensori del Paesaggio, dell’antica Civiltà Nuragica e dell’Autonomia della Sardegna.

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