«C’è la necessità di una riflessione anche in Sardegna sull’eventuale adozione di un’ordinanza regionale che contrasti l’emergenza- caldo nei luoghi di lavoro».

A dirlo in una lettera zeppa di argomentazioni inviata al presidente della Regione, Alessandra Todde e agli assessori alla sanità e al lavoro il consigliere nazionale e presidente territoriale dell’Associazione Invalidi del Lavoro di Nuoro, Michele Tatti.

Un problema per l’Anmil finora ignorato in Sardegna e tornato di attualità con le alte temperature di questi giorni: l’emergenza climatica nei luoghi di lavoro finisce per dilatare in questo periodo anche l’allarme sempre più attuale legato alla salute dei lavoratori e alla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.

«Le dimensioni del problema, soprattutto in una regione come la Sardegna da sempre tra le più esposte al caldo estivo e negli ultimi anni segnati fenomeni estremi legati ai cambiamenti climatici, sono dimostrate - sottolinea Tatti - da alcuni studi che in caso di lavoro oltre i 35 gradi, certificano l’aumento del 17,4% del rischio-infortuni con l’esposizione a ustioni, ferite, lacerazioni, amputazioni e malattie connesse alle temperature estreme. È ormai assodato che il rischio da calore rientri nell’ambito della valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, e per essere contrastato richiede anche una forte iniziativa politica che si traduca in adeguate misure di prevenzione e protezione».

La Sardegna dovrebbe prendere esempio dalle altre regioni come la Puglia. «Diverse Regioni - segala l’Anmil - hanno adottato provvedimenti per vietare di lavorare nelle ore più calde dei giorni di maggior rischio. In particolare ricordo che in Puglia, un’ordinanza immediatamente operativa vieta sull’intero territorio regionale il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole dalle ore 12.30 alle 16 fino al 31 agosto 2024».

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