Il 17 febbraio 1943, la città di Cagliari fu colpita da un devastante bombardamento aereo durante la Seconda Guerra Mondiale. L'attacco, condotto dalle forze alleate, causò ingenti distruzioni e centinaia di vittime, segnando profondamente la storia e la memoria collettiva della città.

Il contesto storico

Nel 1943, la Sardegna rappresentava un'importante base strategica per le forze dell'Asse. La sua posizione nel Mediterraneo la rendeva un obiettivo militare per gli Alleati, impegnati a indebolire le difese italiane in vista dello sbarco in Sicilia. Cagliari, in particolare, ospitava strutture militari, portuali e ferroviarie di rilevanza strategica.

Il bombardamento del 17 febbraio 1943

L'attacco del 17 febbraio fu uno dei più devastanti subiti dalla città. Una massiccia formazione di bombardieri statunitensi sganciò centinaia di bombe su Cagliari, colpendo non solo obiettivi militari, ma anche quartieri residenziali. Tra le zone più colpite vi furono il centro storico, il porto e il quartiere di Stampace. L’onda d'urto delle esplosioni e gli incendi che seguirono causarono enormi distruzioni.

Le vittime furono centinaia, tra civili e militari, mentre migliaia di abitanti furono costretti a lasciare le loro case, rifugiandosi nelle campagne circostanti. La città subì danni gravissimi: edifici storici furono rasi al suolo e gran parte dell’infrastruttura urbana risultò compromessa.

Le conseguenze e la memoria storica

Dopo i bombardamenti, Cagliari si trasformò in una città fantasma. Molti abitanti si trasferirono nei paesi dell’entroterra, lasciando il capoluogo quasi deserto. La ricostruzione sarebbe iniziata solo dopo la fine del conflitto, ma il ricordo di quei tragici eventi è ancora vivo.

Oggi, Cagliari commemora le vittime dei bombardamenti con cerimonie e iniziative storiche. Numerose targhe e monumenti ricordano il sacrificio di chi perse la vita in quei giorni. La memoria di quel 17 febbraio 1943 continua a essere tramandata, affinché simili tragedie non si ripetano mai più.

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