Password, truffe, IA: arriva un decalogo per la sicurezza in rete

29 ottobre 2025 alle 15:00
Roma, 29 ott. (askanews) - Un decalogo di buone pratiche per la sicurezza digitale delle persone, in un mondo che vive sempre più in simbiosi con smartphone, computer e device. Netgroup, società attiva nella cybersecurity, e l'associazione di consumatori Udicon hanno presentato questo vademecum, che vuole aiutare i cittadini a difendersi dai pericoli della rete."È il nemico invisibile dei nostri tempi, il nemico invisibile della nostra libertà - ha detto Giuseppe Mocerino, presidente di Netgroup - dei nostri dati, del nostro futuro. Come contrastarlo? Con un'informazione corretta, una condivisione, una grande alleanza, un grande patto di cooperazione tra le imprese, le istituzioni e le associazioni di categoria volto a portare avanti la campagna di informazione, di sensibilizzazione di quelle che sono le buone prassi da attivare per contrastare reati informatici".Tra i punti messi in evidenza dal decalogo "Vite connesse" ci sono la sicurezza delle password, l'aggiornamento dei dispositivi, il backup dei dati, la protezione, i cookie, ma anche l'attenzione alla riconoscibilità delle truffe online, l'affidarsi a fornitori sicuri e non agli streaming illegali, nonché un approccio ragionato all'intelligenza artificiale. "La cybersicurezza - ha aggiunto Martina Donini, presidente di Udicon - è sicuramente uno dei temi più caldi nell'ultimo anno. Questo perché aumentano i casi di truffe online. Parliamo di phishings, missings, e-mail che arrivano quotidianamente ai cittadini, telefonate, sms. Quindi è molto importante la giornata di oggi perché cerchiamo di presentare un decalogo che possa essere una guida pratica, 10 buoni consigli che noi possiamo fare nel nostro quotidiano per cercare di non rimanere truffati. Perché allo stato attuale proteggere i nostri dati e come proteggere noi stessi".L'obiettivo dell'iniziativa è creare una cultura della sicurezza digitale diffusa, capace di partire dai comportamenti individuali e arrivare fino alla responsabilità collettiva: perché proteggere i propri dati significa, ormai, proteggere sé stessi e la propria comunità. E una testimonianza sul furto di identità è stata resa durante il convegno anche dal professor Matteo Bassetti, che è intervenuto in collegamento.