Ciao G1G1

24 gennaio 2024 alle 20:03

Ciao G1G1, Mito, leggenda, Rombo di Tuono o semplicemente Gigi.
22 gennaio 2024, se ne è andato il figlio di Sardegna. Una devozione degna di un re o di un santo laico. Sono state spese tante parole in questi giorni, forse troppe per descrivere un hombre vertical che non amava tanto parlare. Il rischio di cadere nella retorica e nel banale dietro l’angolo. Non c’è stato giornale, tv, radio, sito web, persona comune che non lo abbia celebrato anche con un semplice pensiero. Oggi il giorno del saluto, lo vogliamo ricordare attraverso due sue interviste, una delle ultime fatte di persona dal nostro direttore Emanuele Dessì e una a Radiolina in occasione dei festeggiamenti per il 40° anniversario dello scudetto.

Una vita difficile, sin dall’inizio. Orfano di padre da giovanissimo, e poi anche di madre, in una famiglia segnata dal destino. Una delle figure più importanti della sua vita, angelo custode del Gigi Riva adolescente e poi ragazzo, la sorella Fausta, sfortunata, ma colonna portante nella sua vita. L’arrivo a Cagliari nel 1963, neanche 19enne, catapultato in un mondo sconosciuto, considerato da tutti terra d’esilio. Quell’impatto era come un cazzotto in pieno viso ma poi… se n’è innamorò.

Due personaggi chiave nel suo battesimo in Sardegna, l’allenatore Manlio Scopigno e il Direttore Andrea Arrica. Uno scudetto sfiorato e forse scippato l’anno prima e poi in quella stagione in cui c’era la paura che sfuggisse di nuovo, con delle decisioni arbitrali che adesso farebbero rabbrividire come in occasione dello scontro diretto a Torino contro la Juventus.

E poi quel 12 aprile 1970, difficile dimenticare quel giorno. Inspiegabile quel primo scudetto di una squadra che non fosse del centro nord? Ma una spiegazione c’era…

Il Cagliari non è solo dei sardi, viene tifato da tanti non sardi solo ed esclusivamente per Gigi Riva. Da quel momento l’apoteosi, la Sardegna capitale del calcio italiano e non solo perché da lì a poco Gigi Riva e altri compagni di squadra saranno protagonisti in Messico nell’avventura mondiale

Gioie e dolori come quello di Vienna, in nazionale, sicuramente il momento più brutto della sua carriera. Ma l’avventura in nazionale riprende da dirigente. Senza dimenticare Cagliari, le strade, l’incontro più o meno casuale con i tifosi nel quartiere di S. Benedetto. La sua Cagliari con i suoi difetti. Poi le cene da Giacomo, punto di riferimento per Gigi con il suo tavolo sempre prenotato. Una vita vissuta, una scuola calcio ancora esistente e i figli cresciuti nel pesantissimo cognome che portavano. E nel giorno dell’ultimo saluto, vogliamo ricordarlo con un suo pensiero diretto alla sua Sardegna, legame indissolubile, molto di più di un figlio adottivo.

A cura di Lele Casini.

Montaggio di Fabio Leoni.