Acqua in mare a 150 metri cubi al secondo, la beffa della diga di Maccheronis
L’acqua che entra esce subito. E finisce in mare. Il ritmo della clamorosa beffa è di 150 metri cubi al secondo. Succede nella diga di Maccheronis, a Torpè. L’invaso che per mesi è rimasto desolatamente vuoto (a novembre c’erano circa 0,41 milioni di metri cubi, corrispondente all’1,78% del volume autorizzato) ora è troppo pieno. Meglio: l’acqua invasata ha raggiunto il livello di 38 metri sul livello del mare, limite massimo stabilito dalla Protezione civile, in questi mesi (e fino a marzo) mentre sono in corso degli interventi di Enas per il sovralzo dello sbarramento utilizzabile.
Così, visto che altra acqua arriverà, a seguito delle piogge delle ultime ore, la Protezione civile ha stabilito «la prosecuzione della fase di allerta per rischio idraulico a valle, con portate scaricate previste in aumento per le ore 13:30 di oggi di 150,00 metri cubi al secondo, al fine di contenere il livello d’invaso alla quota inferiore ai 38 metri autorizzata». Lo spreco, giustificato da misure di sicurezza, è servito nella Baronia assetata che uhnj anno sì e l’altro pure fa i conti con le restrizioni.
«Sono immagini che non avremmo voluto vedere», dice rammaricato Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale, che non le vedrebbe «se esistesse la diga famosa di Abbaluchente, e rincorriamo questo sogno da circa 10 anni». Una diga, sottolinea, «che deve essere fatta per forza perché non si possono buttare a mare circa 40 milioni di metri cubi d'acqua tutti gli anni». «Giustamente», aggiunge il presidente, «adesso la protezione civile ha emanato questo decreto perché per sicurezza se arriva una piena come quella di oggi, e trova la diga piena, può creare dei seri problemi per la comunità di Posada e di Torpè. E questo noi non lo vogliamo però bisogna dare atto che da oggi in poi ci si metta con tutte le autorità competenti, tutti gli assessorati competenti, il Consorzio di Bonifica, Enas, assessorato dei Lavori pubblici, Parco Tepilora, assessorato dell'Ambiente e dell’Agricoltura, a lavorare per la diga di Abbaluchente: va fatta per poter bloccare questo riversamento d'acqua a mare e poter preservare questo bene che Dio ci ha dato nel tempo».
Con due dighe, una da 80 milioni e l'altra Maccheronis, da 24 milioni di metri cubi «potremmo avere una capacità quadriennale o anche quinquennale e risolvere per sempre il problema siccità dell'alta Baronia e della bassa Gallura». Guiso ribadisce: «Non è possibile buttare a mare tutta quest'acqua».
