Le foto risalgono ai primi anni Quaranta. Hanno i segni del tempo, passato inesorabile. Rina Fanunza conosce suo padre solo tramite quegli scatti in bianco e nero. Aveva appena dieci giorni quando Onofrio Fanunza, nato a Quartucciu nel 1922, morì a soli 23 anni, nel 1945.
Era un soldato di stanza a Piacenza, nella Quinta Compagnia di controllo del traffico aereo, e stava svolgendo il suo lavoro quando, il 10 giugno, mentre andava a prendere delle lanterne su ordine dei suoi capi, scese dal rimorchio guidato da un suo commilitone e, per una manovra errata, venne travolto dal mezzo. Fu soccorso subito, ma morì quattro ore dopo all’ospedale civile piacentino. Commozione cerebrale e frattura del bacino: questo il referto post-mortem redatto dal direttore del nosocomio a gennaio 1946. Troppo grave per sperare nel miracolo.
La ricerca
Sua figlia Rina, che oggi ha 80 anni e vive nel borgo di San Gaetano, frazione di Quartucciu, negli anni ha coltivato due grandi desideri: «Ho sempre voluto sapere dove era sepolto mio papà e, una volta venuta a conoscenza di questo, vorrei essere seppellita accanto a lui. Mia madre, che quando mio padre morì aveva 19 anni, si risposò e non mi parlava mai di lui. Inizialmente frequentavo i miei zii paterni, che però non mi dissero mai la storia di papà nei dettagli. Poi mia mamma non volle più che li frequentassi, perché per una donna che si risposava era un tabù parlare del primo marito. Capii la motivazione ma non la accettavo».
Sete di verità
La volontà di conoscere il padre morto nel fiore della giovinezza si è rafforzata dopo la morte di sua madre, nei primi anni Ottanta. «Ero rimasta figlia unica, mia sorella più grande morì a 5 anni. Avevo bisogno di sapere la verità su mio padre». Così Luciana Sanna, figlia di Rina e nipote di Onofrio, nella primavera di quest'anno si è messa alla ricerca del nonno. Prima ha chiesto all'Archivio di Stato di Cagliari, il quale non ha saputo fornire risposta, poi al Ministero della Difesa, che le ha comunicato il luogo di morte: Piacenza, per l’appunto.
La tomba ritrovata
«Quindi mi sono rivolta al cimitero monumentale piacentino», dice Sanna, «la comunicazione con il camposanto non è stata facile a causa di lavori in corso, ma poco dopo mi hanno comunicato che nonno è sepolto lì. Sono partita e gli ho portato una fiore anche e soprattutto a nome di mia madre». I dettagli sulla morte di Onofrio Fanunza, la nipote li ha scoperti grazie a una ricerca nei dati del Ministero della Difesa e a una foto trovata tra i documenti della nonna materna. «Abbiamo scoperto che i suoi resti erano stati dissepolti nel 1968 (sempre nel camposanto piacentino, nda) e traslati nell’ossario». Quando Rina ha saputo la bella notizia non stava più nella pelle.
La felicità
«Il mio cuore si è riempito di una gioia immensa», dice non riuscendo a trattenere le lacrime, «finalmente ora so dove riposa papà e soprattutto, conosco i dettagli della sua tragica fine». Il primo desiderio si è quindi avverato. Ora rimane l'altro: poter riposare accanto a lui. Per questo lancia un appello accorato al Comune, in primis al sindaco Pietro Pisu: «Faccia di tutto per riportare qui le spoglie di mio padre e dargli degna sepoltura in quello che è il suo paese natale». Luciana si accoda alla richiesta: «Nonno merita di riposare a Quartucciu. Voglio esaudire anche questo desiderio di mia madre, glielo devo. Spero, e sono convinta, che il sindaco saprà esaudirlo».
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