Roma. In mattinata, a una dozzina di ore dall’avvio dell’operazione dell’esercito israeliano, è Antonio Tajani a definire la posizione del governo. «Abbiamo sempre detto di essere contrari all’offensiva su Gaza per i rischi che corre la popolazione civile, non certo per difendere Hamas che usa gli ostaggi come scudi umani», le parole del vicepremier e ministro degli Esteri, che però sono solo «banalità» per le opposizioni, unite nel chiedere a Giorgia Meloni di presentarsi alla Camera a riferire e a far convocare l’ambasciatore di Israele. Mentre il segretario della Cgil Maurizio Landini, contro il «massacro e la deportazione del popolo palestinese», annuncia per venerdì una «mobilitazione», e i metalmeccanici della Fiom per quel giorno proclamano quattro ore di sciopero. Per Tajani bisogna «accelerare i tempi per un cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi senza condizioni e la fine degli attacchi. Si è già vista carneficina in questi mesi a Gaza, non sarà facile». E anche il ministro della Difesa Guido Crosetto critica il «metodo» di Benjamin Netanyahu: «Non penso che l’attacco a Gaza sia il bene di Israele. Non penso che la lotta ad Hamas, che è sacrosanta, debba essere fatta in questo modo, non penso che si possa pensare di deportare il popolo palestinese, non è una cosa che mette in sicurezza Israele, ma neanche nessun altro Paese del Medio Oriente».
Palazzo Chigi
All’ora di cena ancora non è arrivato alcun commento ufficiale dalla premier. Che a Palazzo Chigi non c’è quando poco prima delle 19 esce il corteo di auto dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Tilman J. Fertitta. Il diplomatico è stato ricevuto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e da Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico di Meloni. Un silenzio, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, che potrebbe essere legato anche a una prudente attesa del pacchetto di sanzioni contro Israele che la Commissione Ue presenterà nelle prossime ore: su alcune di queste Roma non avrebbe dubbi, su altre, spiegano le stesse fonti, si lavorerà nei prossimi giorni di trattative per cercare un compromesso. Il 27 agosto, dopo il raid contro un ospedale in cui erano stati uccisi cinque reporter, dal Meeting di Rimini la premier Meloni aveva affermato che Israele è andato «oltre il principio di proporzionalità».
La questione Difesa
Intanto, non c’è ancora nulla di definitivo sulla fornitura italiana alla nuova missione Nato Sentinella dell’Est, ma la certezza è che sul fronte orientale il nostro Paese abbia «già dato tanto»: perciò il governo resta cauto sull’ipotesi della fornitura di due ulteriori Eurofighter da parte di Roma. La questione verrà affrontata domani in una riunione già convocata tra il comando Nato e i membri dell’Alleanza atlantica e nel frattempo il ministro della Difesa Guido Crosetto chiarisce: «Non c’è richiesta di cose specifiche. Siamo già tra i maggiori contributori della Nato. Daremo la disponibilità per lasciare più tempo i Samp-T che abbiamo dislocato sul fronte Est o gli aerei Caew che fanno controllo radar nella zona. Mi pare sia una disponibilità già elevata rispetto a quello che già abbiamo dato, che stiamo dando su quel fronte».
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