Inchiesta

Piove a macchia di leopardo «Dipende tutto dai temporali» 

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Dai 170,3 millimetri di pioggia caduti sulla cima del Bruncu Spina, nel Gennargentu, agli appena 4 rilevati di Capitana, lungo il litorale di Quartu. È questa la forbice pluviometrica sarda a ottobre, mese che si conferma piovoso, ma non abbastanza da azzerare le restrizioni dell’acqua potabile nel Sassarese, dove da oggi ogni quarantotto ore i rubinetti restano a secco per ventiquattro. Emergenza piena.

Il fenomeno

La mappa delle piogge nell’Isola suggerisce di fare tesoro delle indicazioni che arrivano da Carlo Spanu, il colonnello meteorologo dell’Aeronautica militare, base di Decimomannu. Perché in Sardegna, con sempre maggiore frequenza, le variazioni pluviometriche sono importanti anche tra Comuni vicini. L’acqua sta venendo giù a macchia di leopardo, per dirla senza tecnicismi. «Tutto vero – dice Spanu -, soprattutto nei mesi intermedi, cioè in autunno e in primavera. Questo perché si tratta di piogge quasi sempre a carattere temporalesco, quindi nell’epicentro del fenomeno cade più acqua». Peraltro: «Lo stesso andamento», ciò che va a incidere sulle quantità rilevate, «si può ripetere a distanza di giorni». In buona sostanza, «piove negli stessi posti», chiarisce il colonnello.

I dati

E se il Bruncu Spina ha fatto il pieno di precipitazioni, a pochissima distanza, nella stazione pluviometrica di Separadorgiu, a Fonni, i millimetri caduti si sono fermati a 100,2. Quasi la metà. A Desulo, addirittura, meno di trenta chilometri dalla cima del Gennargentu, le piogge non hanno superato i 64 millimetri. I casi come questi, tabelle alla mano, si sprecano: a Olbia, il secondo territorio più piovoso a ottobre, nella stazione della Casagliana, a nord-ovest della città, sono caduti 137,4 millimetri, mentre a Costa Corallina, a sud-est dello stesso Comune, non si è andati oltre i 13,8. Nella provincia di Cagliari è emblematica la situazione a Chia: 130,2 millimetri caduti a ottobre, ma a Domus de Maria, nell’altra stazione del territorio municipale, il conto si è fermato a 76,6. Tanta acqua, invece, anche a Palau, con 124,6 millimetri, e ancora in Gallura a Padru (95,2).

Gli opposti

Emblematiche le situazioni pluviometriche di Villasimius e della Barbagia bassa. «Il primo Comune è tra i meno piovosi d’Italia – sottolinea Spanu – con una media annuale che non supera i 240 millimetri; nella zona del Nuorese, tra le più bagnate del Paese, si arriva a 750, ben sopra i 600 di dato medio nazionale». Le ragioni sono presto spiegate dal colonnello: «Le piogge dipendono da microclima, venti e orografia. A Villasimius le precipitazioni sono scarse sia quando soffia il maestrale che con lo scirocco. L’esatto contrario di quanto avviene nella Barbagia bassa». Al momento non sta facendo casistica, ma un altro fenomeno sta segnando l’andamento delle precipitazioni. «In Sardegna, negli ultimi tre-quattro anni – conclude Spanu – piove meno nel versante ovest. È presto per parlare di una tendenza, magari si tratta di casualità. Di sicuro è un dato di fatto».

Le restrizioni

Da stamattina, con turnazione dispari, l’acqua manca dalle 8 per ventiquattro ore nei Comuni di Ossi, Sorso, Ploaghe, Thiesi, Usini e Bosa. Da domani (nei giorni pari) i rubinetti restano a secco a Bonorva, Ittiri, Sennori, Tissi, Uri e Macomer. Restano le chiusure notturne, dalle 22 alle 6, ad Alghero e in alcuni quartieri di Sassari, secondo un calendario diffuso da Abbanoa. Insomma, la siccità sta presentando il conto malgrado il 2025 (e mancano due mesi alla fine) sia meno secco dell’anno scorso, con un 15 per cento in più di precipitazioni. Nell’ultimo decennio il 2017 resta il peggiore di tutti: a Cagliari l’acqua caduta non superò i 220 millimetri, a Sassari i 300.

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