Un gigantesco tesoro perso lungo le falle delle condotte. Oltre 340 milioni di metri cubi d’acqua, come se finisse a mare la scorta raccolta nei tempi più buoni dalla diga Cantoniera sull’Omodeo, l’invaso più grande in Sardegna. Nella terra che soffre la grande sete, tanta è l’acqua che ogni anno va perduta; uno spreco enorme (al netto di quella buttata a mare quando vengono aperte le paratie delle dighe) dovuto alle condotte vetuste e a misure di risparmio episodiche e non capillari. Nell’Isola, ha rilevato l’Istat, va disperso lungo la rete il 51,3% della quota idrica immessa: 417 litri pro-capite al giorno ridotti a 203 litri effettivamente serviti. In pratica 200 litri d’acqua al giorno per ogni sardo: peggio fanno solo la Basilicata, la Sicilia e l’Abruzzo. Ma fino a solo sette anni fa, indovinate chi era la regione peggiore di tutte?
La quota maggiore
Occorre dire che negli ultimi anni le perdite vanno riducendosi, grazie all’avvio dei cantieri di Abbanoa in una trentina di centri urbani dove si registravano anche dispersioni del 70% (come a Sassari e a Cagliari). Un efficientamento delle reti che dovrebbe concludersi il prossimo anno (previsti lavori in decine di altri comuni più piccoli). Nel totale, tuttavia, il risparmio resta relativamente contenuto (siamo passati dal 53% di dispersione al 51,3%) poiché lo spreco maggiore avviene lungo le condotte dei campi, cioè nel settore agricolo che, per alimentare i 160mila ettari attrezzati per l’irrigazione, richiede il 70% circa dell’acqua dei nostri invasi: 450 milioni di metri cubi all’anno sul totale di 692 milioni di metri cubi attinti da Enas e distribuiti per gli usi civili (25%; 220 milioni di metri cubi all’anno), industriali (5%, appena 22 milioni annui) e appunto irrigui.
Intervento prioritario
Quote pesantemente tagliate a causa della prolungata siccità in diversi territori dell’Isola, dalla Nurra al Campidano, dalla Marmilla alla Trexenta, tanto che non sono state avviate le programmazioni agricole per la prossima stagione. In un quadro così disastroso, gli interventi sui sistemi di distribuzione dell’acqua sono evidentemente fondamentali e urgenti, e non a caso tutte le pianificazioni pluriennali della Regione negli ultimi tre lustri parlano di «recupero delle perdite lungo le condotte» come intervento prioritario.
I soldi nel pantano
Peccato però che lo slancio operativo finisca regolarmente impantanato nei fanghi delle lungaggini burocratiche, le sabbie mobili di carte, timbri, bolli, annunci e rimodulazioni che finiscono per rallentare anche la spendita dei soldi già stanziati. Fondi europei, statali e regionali.È il caso, giusto per fare un esempio, dei 150 milioni di euro destinati ai Consorzi di bonifica per la sistemazione della rete. Soldi del Fondo di sviluppo e coesione che gli enti ancora non hanno visto, eppure è passato un anno dall’annuncio in pompa magna dato dalla Regione. Qual è il problema? Non sono ancora state firmate le convenzioni con la stessa Regione.
I fondi da dividere
«Firmeremo nei prossimi giorni», dice Gavino Zirattu, presidente dell’ente di bonifica della Nurra e dell’Anbi (che riunisce tutti i consorzi della Sardegna). Un ritardo che ha costretto i consorzi a rivedere il crono-programma dei lavori inizialmente previsto per il 2025 e ovviamente slittato al 2026. «Adesso sembra che siamo in dirittura d’arrivo», conferma. «In ogni caso si tratta di 150 milioni di euro da dividere in sette consorzi. Soldi ripartiti in base alle dimensioni del territorio e alle esigenze, e che ci permetteranno comunque di intervenire in maniera importante nelle grandi condotte», la spina dorsale della rete che si dirama dai bacini. «Resta il problema delle condotte secondarie, molto vecchie, in cemento amianto e con perdite elevate». Perdite che, stima Zirattu, «sono del 30%», ma che secondo l’Istat arrivano al 44%.
Il piano di bonifica
Intanto un sollievo non è arrivato dal piano di bonifica della Regione, appena 8 milioni (da dividere in sette) stanziati per il triennio. «Ci sono state diverse emergenze, è vero, ma ci auguriamo che nel 2026 arrivino le risorse. Noi, intanto, per le manutenzioni della rete abbiamo aumentato l’importo da 2 a 3 milioni dal nostro bilancio gestionale», dice Efisio Perra, presidente del consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale. Ci si arrangia, e si aspetta che piova.
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