L’emergenza

Piazza del Carmine è “zona rossa” «Maggior sicurezza per i cittadini» 

Chi ha precedenti potrà essere allontanato dalle forze dell’ordine 

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Chi ha precedenti e potrebbe rappresentare un pericolo per la sicurezza pubblica potrà essere allontanato immediatamente dalle forze dell’ordine dall’area attorno a piazza del Carmine, diventata per sessanta giorni una “zona rossa”. È quanto prevede l’ordinanza del prefetto Giuseppe Castaldo al termine dell’ultimo comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica: al centro dell’incontro tra rappresentati delle forze dell’ordine e sindaco di Cagliari ancora una volta i recenti fatti di cronaca avvenuti nel centro della città. Un tema affrontato più volte in Prefettura e che aveva portato a una serie di azioni concrete per provare a frenare gli episodi di micro criminalità e violenza in piazza del Carmine e in altre zone di Cagliari. Ora si alza l’asticella, attuando la direttiva del Ministro dell’Interno del 17 dicembre 2024.

Le strade

L’ultima aggressione avvenuta in piazza del Carmine, con un giovane senegalese colpito e ferito con una bottiglia rotta da un senzatetto sardo, ha fatto saltare all’ultimo momento un evento culturale. Ma le segnalazioni e denunce di cittadini e commercianti arrivate negli ultimi mesi erano già state prese in considerazione dal prefetto e dall’amministrazione. Erano scattati servizi straordinari, con la presenza di pattugliamenti tra le varie forze dell’ordine, e altre iniziative anche culturali per provare a “occupare” la piazza e allontanare così sbandati, spacciatori e violenti. Ora è stato introdotto uno strumento ulteriore: «il divieto di stazionamento e l’allontanamento di persone con precedenti» che «assumano comportamenti aggressivi, minacciosi e insistentemente molesti», tanto da diventare «un pericolo concreto per la sicurezza pubblica o da ostacolare la piena e libera fruibilità dei luoghi». La zona indicata dal provvedimento del prefetto racchiude piazza del Carmine, via Sassari (sino all’angolo con via Mameli; via Maddalena, via Malta, via Crispi, vico Malta e viale Trieste (sino a via Isola di Tavolara).

Il futuro

Una volta pubblicata, l’ordinanza avrà una durata di due mesi in modo da sperimentarne gli effetti e di valutare la possibilità di estenderla anche ad altre aree della città. Al comitato che ha portato alla decisione di prendere il provvedimento hanno partecipato, oltre al prefetto Castaldo, il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, il questore Rosanna Lavezzaro, il comandante del Reparto operativo del comando provinciale dei Carabinieri Daniele Credidio e il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Danilo Massimo Cardone. «Abbiamo introdotto», sottolinea il prefetto, «un provvedimento che fornisce agli operatori di polizia uno strumento che si aggiungerà a quelli già in vigore. Resta alto l’impegno su tutte le altre aree cittadine». Castaldo aggiunge: «Si tratta di una risposta ulteriore alla domanda di sicurezza che arriva dal territorio. Insieme alle forze dell’ordine e al Comune abbiamo condiviso le modalità e la durata di questa iniziativa. Ne valuteremo i risultati e gli effetti. E non è escluso che possa essere estesa anche ad altre zone». Ovviamente la prevenzione “di polizia” non è sufficiente. «Bisogna continuare anche con le iniziative culturali e sociali», spiega il prefetto. «Anche per questo stiamo per rinnovare con il Comune di Cagliari il patto sulla sicurezza. Inoltre sottoscriveremo un protocollo d’intesa con associazioni di categoria e attività commerciali a tutela del lavoro delle aziende, in particolare nel centro della città».

L’accoglienza

Il primo cittadino di Cagliari è per ora soddisfatto: «Ringrazio il prefetto e le forze dell’ordine per il supporto e il potenziamento dei controlli dopo gli episodi accaduti, nell’ottica di garantire una maggiore serenità ai cittadini». In piazza del Carmine – ma anche in altre aree della città – i problemi da affrontare sono però di varia natura. «Per contrastare spaccio e azioni violenti serve certamente la presenza di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Municipale. Per altre situazioni è necessario attivare anche altri servizi». Perché non mancano le problematiche legate alle condizioni psichiche delle persone responsabili di fatti di sangue o di degrado, ma anche quelle relative al sistema dell’accoglienza dei migranti. Spesso da Monastir, dove c’è la struttura che ospita temporaneamente i cittadini stranieri arrivati nelle coste dell’Isola a bordo di barchini, si ritrovano proprio in piazza del Carmine e nella zona del porto. «I numeri sono in aumento», evidenzia Zedda, «e servirebbe un intervento, come avveniva in passato, per fornire delle alternative, magari attraverso un’occupazione, da parte di Prefettura, assessorato regionale al Lavoro e Caritas».

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