Intervista

Lega, via al nuovo corso «Saremo il baricentro degli autonomisti sardi» 

Il segretario regionale Michele Ennas: nell’Isola una maggioranza fallimentare 

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Da otto consiglieri regionali eletti nel 2019 a uno solo nel 2024, Alessandro Sorgia che nel frattempo è fuoriuscito dal partito. È la parabola sarda della Lega di Matteo Salvini, partito di governo a Roma e fuori dalle stanze del potere a Cagliari. «Ma adesso è iniziato un nuovo ciclo», avverte Michele Ennas, segretario da gennaio, anche lui tra gli uscenti non confermati alle ultime elezioni.

Come si è arrivati a questo punto?

«La rocambolesca sconfitta del centrodestra alle Regionali ci ha evidentemente penalizzato. In caso di vittoria sarebbero entrati tre consiglieri. Abbiamo pagato un prezzo molto alto».

Come spiega la sconfitta del centrodestra?

«La coalizione non si è spinta fino in fondo ad attuare politiche vere di centrodestra. La gente aveva delle aspettative e in certi casi si è vista replicare alcune politiche di sinistra. Questo è sbagliato».

Faccia un esempio.

«Penso al lavoro, alle politiche assistenziali quando invece dobbiamo creare sviluppo. Allo spopolamento: va bene il bonus per la nascita di un figlio, ma bisognava investire in infrastrutture, anche per attrarre attività produttive».

Ad ogni modo, la Lega ha perso molti voti. Perché?

«Quando succedeva qualcosa di positivo, le varie compagini della coalizione se ne prendevano i meriti, tutto ciò che poteva essere complicato e negativo veniva attribuito al fatto che la Giunta fosse a guida leghista. Tante persone hanno avuto ruoli e visibilità grazie alla Lega, hanno cavalcato il cavallo, lo hanno sfiancato e quando non gli era più congeniale sono scesi e hanno dato la colpa al cavallo».

Cosa dice di Alessandro Sorgia che ha lasciato il partito?

«Pensavamo di aver creato le condizioni per una collaborazione produttiva, Sorgia non viene dalla nostra storia, evidentemente ha ritenuto che le sue motivazioni fossero forti, tali da prendere questa decisione. Eppure ha avuto tutta la copertura politica necessaria».

Il sodalizio col Psd’Az era solidissimo, ha permesso al centrodestra di vincere nel 2019. Ora è svanito nel nulla.

«L’idea del sodalizio ha una radice forte ed è coerente e lineare. L’idea era corretta e qualcosa non ha funzionato. Si registrava un’insofferenza costante da parte dei consiglieri del Psd’Az che incrinava costantemente questo rapporto. Non a livello di vertici, ma di consiglieri regionali».

Ora si riparte.

«L’esperienza è stata utile, è iniziato un nuovo ciclo che vede la Lega come soggetto autonomo nel campo regionale, e di raccordo per tutte le anime che si riconducono a ideali che sono quelli dell’Autonomia, dell’identità, della sardità. Vogliamo essere il baricentro degli Autonomisti sardi. Un po’ il contrario di quanto succedeva prima, quando il Psd’Az trainava noi, stavolta dobbiamo essere noi il fulcro. E questo lo facciamo costantemente attraverso il dialogo con gli amministratori, cercando di raccordare le istanze con il livello nazionale, considerato che siamo un partito di governo».

Non è più consigliere regionale, come percepisce il palazzo dall’esterno?

«Come un luogo istituzionale importante, dove si decide la politica regionale e che non sfrutta tutte le potenzialità che ha, perdendosi spesso in discussioni inutili».

Questo lo pensa più ora che è fuori?

«In parte anche quando ero dentro. Ma da fuori lo vedo chiaramente. Le istanze dei sardi non trovano accoglimento».

Come giudica i provvedimenti di questa maggioranza?

«La vedo avvitata su se stessa, mentre interi segmenti della Sardegna sono impantanati. Non c’è una risposta sulla sanità, sull’industria che sta scomparendo. Mi risulta solo una legge sulla sanità che si è rivelata uno spoils system mascherato. Hanno cercato di rallentare il più possibile l’applicazione del Salva casa».

Salvini ha appena firmato il decreto sulla continuità aerea. Com’è il nuovo progetto?

«Ha dei contenuti validi, il contributo del ministero è stato fondamentale».

Moratoria sull’eolico cassata, la legge sulle aree idonee rischia la stessa fine.

«La politica energetica della Giunta Todde è fallimentare, è stato un errore trascurare le istanze dei comitati di Pratobello, un errore in termini di democrazia. E i provvedimenti messi in campo sono serviti solo a innescare uno scontro col Governo per essere impugnati. E ora resta il vuoto normativo. Non mi pare che gli speculatori delle rinnovabili siano stati scoraggiati».

E la politica industriale?

«Noi abbiamo portato avanti una serie di tavoli. L’industria potrebbe vivere ma si rapporta con una politica regionale assente».

L’opposizione come si sta comportando?

«Manca una regia, un’azione coordinata. Non stanno facendo opposizione. Su certi provvedimenti bisognerebbe alzare molto di più la voce».

Le elezioni anticipate sono un’ipotesi concreta. Cosa deve fare il centrodestra per vincere ancora?

«Deve avere un programma chiaro. Noi ci stiamo lavorando e puntiamo su tre, quattro punti importanti: trasporti, infrastrutture, sanità. Serve una proposta chiara su cui ci si impegna ad agire, senza poi cambiare rotta. Il centrodestra deve diventare concreto e coerente. Avere il coraggio di essere se stesso».

Salvini ha ancora la Sardegna nel cuore?

«È una delle Regioni a cui tiene di più. Vuole fare di tutto per aiutarci a rivincere».

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