Resta un divario profondo tra donne e uomini in tema di lavoro. «Nel trentesimo anniversario della Dichiarazione di Pechino, il documento sottoscritto nel 1995 da 189 paesi che ha fissato le linee guida per l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne, molti obiettivi sono stati raggiunti, ma troppi restano ancora lontani dalla piena realizzazione», dice la segretaria generale della Uil Sardegna, Fulvia Murru.
Nel 2024 le donne presentano un tasso di occupazione inferiore a quello maschile di 17,8 punti percentuali, con il tasso di occupazione femminile più basso d'Europa. Una donna su tre lavora part-time, spesso in modo involontario. Nel 2023 le retribuzioni femminili sono state mediamente più basse del 29,5% rispetto a quelle maschili, con un divario che per le operaie arriva al 40%. Il tasso di occupazione femminile in Sardegna si ferma al 52,4% contro il 56,5% nazionale. La retribuzione oraria media è di 12,4 euro, ben al di sotto della media italiana di 16,4 euro. Il part-time involontario tocca quota 23,4%, tra i livelli più alti del Paese.
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