Una nuova stagione è alle porte per la Galleria Siotto di via dei Genovesi 114 a Cagliari che da giovedì, alle 19, inaugura un ricco calendario autunnale con la mostra firmata da Gianluca Marras, in arte Marjani, intitolata “Le Fleur” e in esposizione sino al 5 ottobre dal giovedì alla domenica, dalle 19 alle 21. Marjani, cagliaritano originario di Orroli, ha firmato la copertina del numero del 24 dicembre 2023 de L’Unione Sarda che dedicava un ricco inserto ai centenari. Un’opera, dal titolo “Madre”, che si soffermava sul particolare di due mani che si tenevano affettuosamente, un passaggio di testimone.
Marjani, partiamo dal titolo.
«“Le Fleur” si ricollega al titolo della serie dei primi lavori del progetto “come il destino tra la mano e il fiore”, un verso della poetessa Cristiana Campo, che mi fa pensare all’inizio delle storie quando le possibilità sono infinite e la bellezza del destino brilla nella sua luce più pura. Il fiore è una metafora della nostra esistenza, della sua bellezza e caducità».
C’è molto delle sue origini familiari: Orroli, dove sino a pochi mesi fa è stato dipendente comunale.
«Il progetto parte da alcune vecchie foto di famiglia e di Orroli, per poi espandersi nel tempo e nello spazio, ed è diventato una sorta di mappatura cerebrale degli ultimi dieci anni della mia vita, una sorta di flusso di coscienza che collega immagini distanti tra di loro nel tempo e nello spazio. Citando Kaho Nashiki, “il tempo non scorre a tutta velocità secondo una linea retta, il presente e il passato si ritrovano allineati davanti ai nostri occhi, nella stessa misura, come se fossero a disposizione per essere esaminati e selezionati con cura”».
Questo progetto si stacca da ciò a cui ci aveva abituato. Un cambio di rotta definitivo?
«Probabilmente sì, credo che sia importante essere coerenti con quello che si vuole comunicare, a costo di abbandonare la strada vecchia».
La squadra che l’ha accompagnata in questa mostra.
«Gianfranco Setzu ha svolto un importante lavoro di art direction, aiutandomi a riguardare il materiale accumulato negli anni come un insieme organico e coerente. Chiara Manca, curatrice della mostra, mi ha seguito sin dalla genesi del progetto, appoggiandomi anche nella scelta tecnica di concentrarmi sul tratto realizzando tavole minimali e monocrome».
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