La regina, della dinastia Ferrovia, vive a Perdaleri, in un giardino circondato dai lecci, accanto ai binari di un Trenino che non corre più. Antonello Boi, 45 anni, sabato è stato insignito dall’Associazione italiana Città delle ciliegie del premio Claudio Locchi. La sua azienda a due passi da Lanusei guarda il mare azzurro e una buona fetta dell’anfiteatro Ogliastra. Boi ha il prezioso merito di coltivare la “Ciliegia più buona d’Italia” scelta dopo accurata degustazione da una qualificata giuria di esperti presieduta da Carlo Conticchio. Boi è persona schiva e modesta, poca avvezza ai riflettori. «Quando mi hanno chiesto un campione di prodotto non sapevo neppure a cosa servisse. Pensavo lo mettessero al museo». In effetti cotanta bontà meriterebbe una teca. Non fosse impossibile per la natura effimera di queste dolci delizie. «Vanno consumate o trasformate entro tre quattro giorni. Sono delicate». La Ferrovia (rosso brillante, grossa pezzatura) non è la varietà più diffusa a Lanusei. Prevale la Napoleon (bianca e rossa) ma non sfigura neppure la Giorgia (rosso scuro). Antonello Boi è cresciuto tra i frutteti e ora si dedica completamente alle sue piante di mele, circa 200 e ciliegie, 300. «Da quando avevo sei anni ho sempre fatto questo. Inizio d’inverno con i trattamenti e le potature, in primavera le piante vanno aiutate. Subito dopo la raccolta io ho concimato il terreno. Con i chiari di luna del clima bisogna avere un’attenzione costante verso il frutto».
Clima mutevole
L’annata è stata in chiaroscuro, buona qualità, scarsa quantità. L’anticipo sul raccolto di anno in anno si fa più importante. Al mutare degli eventi le aziende devono guardare avanti. «Ho messo piante nuove coltivate a spalliera, ma tutte sono protette dalle reti. Solo in questo modo riesci a salvaguardarle». La Fiera delle Ciliegie è stata un successo e cornice ideale per il riconoscimento a chi crede nel futuro della cerasicultura. Sono tante le piccole aziende che a mezza collina coltivano delizie. La produzione negli ultimi anni è aumentata per merito di una maggiore consapevolezza. «Le ciliegie di Lanusei si sono distinte per gusto e per forma – dice l’assessore al Turismo e alle Attività produttive Francesca Loi – Un risultato eccellente considerando che in gara c’erano 19 comuni d’Italia, produttori storici di questo frutto. Questo ci fa sperare in un futuro ricco di soddisfazioni». Lanusei ha partecipato con due produttori, oltre Boi c’era Giorgio Usai, anche lui mastro coltivatore. Ma come si valuta una ciliegia? Per l’estetica vengono forma del frutto, colore, turgicità del peduncolo. Per il gusto dolcezza, acidità e il corpo (quel che ti lascia al palato).
Prospettive
Il futuro si chiama Igp, marchio che darebbe lustro a un prodotto già unico. La strada è impervia ma quanto accaduto con i culurgionis dimostra come il traguardo non sia impossibile.
Carlo Conticchio è il presidente dell’associazione Città delle ciliegie. Spiega perché ha vinto Lanusei: «Per le varietà tardive quest’anno quella di Antonello Boi è stata la migliore cultivar. Per il clima, forse per il vento dal mare. Ha vinto superando Emilia e Toscana». Un bel colpo. E magari il prossimo anno a Perdaleri tornerà il Trenino Verde. Così tutti potranno ammirare la Regina.
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