L’evento

Ardia, il galoppo diventa mito 

Perfetto Leonardo Pes, prima pandela: migliaia di persone ieri a Sedilo 

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Inviata

Sedilo. L’aveva sognata da quando era poco più che un bambino. E ieri quel desiderio si è realizzato. «È andata come speravo, tutto come ho sempre immaginato». Leonardo Pes sorride fra gli applausi mentre in tanti cercano di toccare la pandela gialla. E in quelle mani che stringono la bandiera c’è tutto il fascino dell’Ardia, una tradizione di fede che si ripete da secoli fra rituali uguali ed emozioni sempre diverse nel nome di san Costantino.

L’attesa

Ieri era il grande giorno di Leonardo Pes, l’allevatore 49enne iscritto nel registro parrocchiale da quando aveva 13 anni. Un momento unico che la prima bandiera ha voluto godersi attimo per attimo. Insieme alla seconda pandela Mario Nieddu e alla terza, il figlio Andrea Pes, è arrivato in piazza san Giovanni poco prima delle 18. Davanti alla canonica la benedizione del parroco don Maurizio Demartis poi la consegna delle bandiere gialla, rossa e bianca fra i colpi dei fucilieri a scandire quegli istanti carichi di emozione. E mentre il corteo dei cavalieri si avviava verso il percorso con in testa la banda musicale di Monastir, il sindaco Salvatore Pes e il parroco a cavallo, al santuario di San Costantino cresceva l’attesa. Migliaia di persone in trepidazione fra selfie e una preghiera nella chiesa: qui è tutto un rincorrersi di rituali e fede, di voti da sciogliere e speranze da soddisfare. Guai a parlare di gara o folclore, è l’identità dei sedilesi a muovere i fili di una tradizione unica.

L’euforia

Quando i colpi dei fucili si fanno più vicini, ecco che la pandele si affacciano a su Frontigheddu. Leonardo Pes, in sella a Grazietta, avanza di qualche metro nello sterrato polveroso. Cerca di guadagnare la posizione migliore, cerca con gli occhi i suoi aiutanti e alle scorte Andrea Lampreu, Gian Salvatore Pes e Michele Onida. Sono momenti delicati, gli ottanta cavalieri scalpitano ma la prima pandela è sicura. Aspetta di sentire quell’istante giusto, si avvicina alla croce che domina verso il lago Omodeo. Sono cinque minuti che sembrano un’eternità, uno sguardo d’intesa con gli aiutanti poi l’attimo giusto arriva: Leonardo Pes è velocissimo nella discesa, la seconda e la terza bandiera lo seguono ed ecco l’arco di san Costantino. Poi via di corsa fino alla chiesa, i cavalieri incalzano ma le scorte hanno buon gioco e tutto fila liscio. Iniziano i giri intorno alla chiesa, il capocorsa porge la bandiera al pubblico, in tantissimi cercano almeno di sfiorarla e poi si segnano con la croce. Uno, due e cinque giri ed è tempo di ripartire. Seconda fuga verso sa Muredda, tre giri in senso orario, uno all’inverso e altra galoppata. L'ultima fino alla chiesa fra applausi e un entusiasmo travolgente. Sul viso di Leonardo Pes, del figlio Andrea e di Mario Nieddu si leggono la gioia e l'orgoglio per una manifestazione riuscita. «Siamo soddisfattissimi, non potevamo chiedere di meglio» ripetono. Un’Ardia ordinata, veloce e ben oltre le aspettative della vigilia. È vero che nessuno dei cavalieri ha indossato il caschetto, come suggerito dal prefetto di Oristano, ma tutto è andato per il meglio grazie alla responsabilità e abilità dei partecipanti, degli organizzatori e al massiccio impegno delle forze dell’ordine. La festa può continuare, stamattina si replica e si scriverà un’altra pagina della storia dell’Ardia.

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