Secondo i dati Eurostat l’Italia è il paese dell’Unione Europea che vanta il maggior numero di lavoratori autonomi. Un tratto che ha in comune con la Grecia, non diversamente da un altro fattore: il debito pubblico elevato.

I due stati hanno del resto diverse analogie, legate a similitudini anche a livello di storia e cultura. Tra queste, purtroppo, c’è anche la percentuale elevata di disoccupazioni giovanile: una condizione che sta incidendo non poco sulla scelta di avviare una professione indipendente.

Tornando alla diffusione dei professionisti con partita IVA, c’è da dire che si tratta di una modalità contrattuale che sta sempre più prendendo piede in tutta l’UE. Nel Belpaese è incentivata dalle condizioni non proprio favorevoli per i lavoratori come per le aziende, dove a pesare non poco sono gli obblighi contributivi.

Per parlare chiaro, in Italia oltre il 17% dei cittadini tra i 20 e i 64 anni lavora come autonomo, una soluzione che presenta pro e contro, ma che dà a molti l’opportunità di svolgere una mansione spesso reputata più gratificante.

Tra le questioni più delicate c’è la gestione delle tasse partita IVA e, per i contribuenti in regime ordinario o semplificato, la liquidazione periodica dell’IVA. In questo articolo analizziamo cos’è e come si fa.

Cos’è la liquidazione IVA

Cosa si intende, quindi, per liquidazione IVA? Si tratta di un’operazione che interessa le partite IVA e le attività produttive in generale incentrata sul calcolo dell’IVA. Quest’ultimo può essere sia a credito che a debito, in riferimento a un preciso periodo temporale.

Ma cos’è l’IVA? Con tale termine si fa riferimento all’Imposta sul Valore Aggiunto: una forma di tassazione indiretta che viene applicata per lo scambio/la produzione di beni o servizi.

Pertanto, nel calcolo della detrazione dell’IVA l’ammontare deve essere uguale al valore dell’IVA sulle vendite sottraendo quello dell’IVA relativo agli acquisti. In sostanza, per le partite IVA occorre detrarre l’IVA applicata sugli acquisti effettuati.

Sono pertanto tutti tracciati in seguito all’entrata in vigore del sistema di comunicazione digitale. Si può scaricare quindi solo quanto di cui viene fatta comunicazione.

Il meccanismo è stato predisposto in maniera tale da far sì che tutti i soggetti dell’economia contribuiscano al versamento dell’IVA ma che possano allo stesso tempo recuperare la percentuale sugli acquisti fatti.

Non necessariamente chi ha una partita IVA si trova in una situazione di debito verso l’erario nazionale: dipende da qual è il valore di volta in volta registrato nel periodo in questione in relazione agli acquisti fatti.

La situazione di debito è in genere più frequente di quella di credito. Qualora, tuttavia, tale eventualità si verificasse la persona ha accesso a un importo che verrà poi sottratto con la liquidazione dell’IVA successiva.

Pertanto, come già accennato, l’obbligo di liquidazione IVA interessa tutte le unità produttive che hanno una partita IVA: oltre ai lavoratori anche le aziende.

Come funziona la liquidazione dell’IVA

La formula di liquidazione adottata dai lavoratori dipende dal regime contabile predisposto: a seconda che sia ordinario o semplificato può essere mensile oppure trimestrale. Pertanto, per i lavoratori a regime ordinario si ha una liquidazione mensile, per quelli a regime semplificato trimestrale.

In quest’ultimo caso parliamo di professionisti che hanno importi annuali inferiori a 400.000,00 € o 800.000,00 € nel caso di quelle realtà che si vedono riconosciuto un interesse pari all’1%.

Per i lavoratori a regime ordinario il pagamento mensile va effettuato durante il giorno 16 del mese. Per i lavoratori a regime semplificato va invece considerato il giorno 16 dei due mesi successivi rispetto alla conclusione del trimestre.

Nel dettaglio, ecco le scadenze per quanti si trovano a dover sostenere una liquidazione trimestrale dell’IVA:

  • Primo trimestre. Sono contemplati i mesi da gennaio a marzo. La scadenza è prevista per il 16 maggio.
  • Secondo trimestre. Sono contemplati i mesi da aprile a giugno. La scadenza è prevista per il 20 agosto.
  • Terzo trimestre. Sono contemplati i mesi da luglio a settembre. La scadenza è prevista per il 16 novembre.
  • Quarto trimestre. Sono contemplati i mesi da ottobre a dicembre. La scadenza è prevista per il 16 marzo dell’anno successivo o per il 16 febbraio nel caso dei contribuenti trimestrali speciali. Inoltre, è possibile decidere di attuare una dilazione ulteriore, predisponendo di versare l’lVA con altre imposte in relazione alla dichiarazione dei redditi.

Come provvedere alla liquidazione dell’IVA

Partiamo dal come fare il calcolo della liquidazione IVA. Esso va effettuato sottraendo l’IVA “consumata” da quella “guadagnata”, per dirlo in parole semplici.

Pertanto, ci sono dei programmi di fatturazione digitale che semplificano tale operazione in maniera precisa e affidabile: una soluzione valida anche per avere una previsione di quanto effettivamente di volta in volta occorre versare allo Stato rispetto ai propri guadagni.

Sia nella liquidazione mensile che in quella trimestrale il versamento dell’importo va effettuato all’Agenzia delle Entrate tramite il pagamento di un modello F24 compilato ad hoc.

È previsto l’inserimento di particolari codici numerici, relativi al periodo specifico e al tipo di regime adottato. Per la liquidazione mensile essi vanno dal 6001 al 6012; le ultime due cifre stanno a indicare il mese.

Per la liquidazione trimestrale ci sono invece quattro codici, uno per trimestre: 6031, 6032, 6033 e 6034. C’è poi il codice 6035, il quale sta a indicare l’acconto dell’IVA, ovvero un tipo di versamento che prevede un anticipo rispetto all’imposta di fine anno.

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