Un duro sfogo quello di Renata Erika Szabo, la mamma di Jeremy, il primogenito di Marcell Jacobs, nei confronti del campione olimpico di Tokyo 2020.

In un’intervista rilasciata al settimanale “Chi”, la donna ripercorre infatti i passaggi più dolorosi di un passato difficile, fatto per suo figlio di continue rinunce e delusioni.

A partire dall’episodio più recente, l’arrivo di suo padre in aeroporto a Roma di rientro dai giochi olimpici. “Jeremy doveva andare a prenderlo in aeroporto con tutti i familiari – ha raccontato Erika -. Peccato, però, che il giorno prima che lui atterrasse, la nonna mi abbia mandato un messaggio per dirmi che Jeremy non poteva andare perché per lui non c’era posto in macchina”.

Erika e Marcell si sono conosciuti al bowling di Sirmione dove lei lavorava. A fine di una serata, lui le ha chiesto il numero di telefono. “Era carino e gli ho detto di sì – ha spiegato – Abbiamo iniziato a sentirci, poi a vederci e c’era un gran voglia di stare sempre insieme”. Un vero e proprio colpo di fulmine, dunque, e anche se “avevamo solo 19 anni, eravamo pieni di entusiasmo e sogni insieme: avevamo progetti, volevamo una nostra famiglia, una nostra casetta”.

Quindi l’arrivo di Jeremy. “Ci siamo incontrati a ottobre del 2013, e a marzo del 2014 ero incinta”, spiega Erika. Una storia bellissima con la mamma di lui che l’accompagnava alle visite, poi il parto, 12 ore di travaglio, e alla fine il cesareo con Marcell che è stato al suo fianco tutta la notte in ospedale.

Quindi la separazione fra i due, e il dolore della mamma per le parole rilasciate dal campione in un’intervista al Corriere, dove ha parlato di Jeremy come di un figlio “capitato”. “Ero un ragazzo”, ha raccontato il centometrista, “e l’ho vissuto malissimo, come chi sta facendo una cosa per altruismo, ma controvoglia”.

“Che mio figlio sia stato un errore è inaccettabile", tuona oggi Erika. Poi ancora: “Quando ci si lascia con la compagna, non si dovrebbe lasciare anche il figlio. Jeremy non c’entra niente: Marcell resterà sempre suo padre e lui ha bisogno del papà”.

“Lui sa che cosa significa non avere il papà – aggiunge ancora Erika – perché proprio lui che conosce quella delusione non si comporta in un altro modo?”.

Nelle visite dopo la separazione fra i due, prosegue Erika, “non c’era l’ombra di una regolarità. E ha smesso anche di pagare il mantenimento per il figlio, per un anno non ha pagato niente”. Ora di mezzo ci sono gli avvocati. “Mio figlio l’abbiamo voluto, non è capitato, questo non lo posso tollerare, non è la verità, Jeremy crescerà e leggerà queste cose ed è pazzesco”, l’amara conclusione.

(Unioneonline/v.l.)

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