Doveva attrarre nuovi investimenti e rafforzare imprese già esistenti, che avrebbero potuto agire su nuove linee di attività, grazie ad agevolazioni e strumenti fiscali su una corsia preferenziale. Invece la Zes (Zona economica speciale) della Sardegna è stata annacquata in quella per il Sud, che raccoglie tutti gli enti attivati nel meridione d’Italia. E non si sa che fine faranno tutte le operazioni messe in piedi nel corso degli ultimi anni. 

«La Zes, la zona economica speciale che riguarda i porti della Sardegna, dal 31 dicembre è allo sbando perché le norme emanate in base alla normativa approvato dal centrodestra a ottobre non regolano alcun periodo di transizione e questo avviene nel totale silenzio della Giunta Solinas che, dopo una prima critica iniziale, ha dato con le altre regioni del Mezzogiorno il via libera alla favoletta della Zes unica Sud»: l’attacco è del deputato Pd, componente della commissione Bilancio della Camera, Silvio Lai. 

«Nel Dpcm emanato venerdì», prosegue il parlamentare sardo, «non è prevista alcuna norma che riguarda il periodo di transizione dalle 8 Zez regionali a quella unica del Mezzogiorno». Nel provvedimento  si parla solo di 8,3 milioni di euro di spesa all’anno per la tecnostruttura romana, «anche più del costo delle attuali sommate, e del suo avvio a partire dal 1 gennaio. Non ci sono norme»,  prosegue il deputato della commissione bilancio, «relative al patrimonio di competenze e relazioni delle Zes regionali, compresa quella sarda, che aveva in essere decine di progetti di insediamento ai quali non potrà dare risposta». 

Un gigantesco ente voluto dal ministro Fitto, quello della Zes unica, «e approvato dalla maggioranza senza alcuna voce contraria»

In Sardegna, secondo Lai, «il danno è ancora maggiore: con il Dpcm appena approvato,  dal 31 gennaio la struttura commissariale in Sardegna non potrà più operare e dare risposte e si perderanno le richieste presentate che cercheranno altre strade. Ma ciò che è ancora più grave è che lo sviluppo della Zes in Sardegna sarà scritto a Roma e non in Sardegna». 

(Unioneonline)

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