Un tempo dalla miniera di Baccu Locci, territorio di Villaputzu, si estraeva l'arsenico. Un grande sito minerario che per decenni ha dato lavoro ed economia. Ora è tempo di valorizzarlo e di proporlo anche per fare turismo. Più volte questa sfida è stata lanciata.

Ma bisogna convincere davvero i turisti ad arrivare sin sulla montagna tra strutture abbandonate. Qui per tanti anni ha abitato anche l'eremita di Villaputzu, quel Giovanni Cossu morto qualche anno fa che aveva trovato casa proprio in un vecchio fabbricato della miniera. Di lui si erano occupate le cronache regionali e nazionali.

Ora l'amministrazione comunale capeggiata da Sandro Porcu lancia una nuova sfida: recuperare almeno parte del vecchio complesso minerario sul Salto di Quirra, proprio per fare turismo. Ci vogliono tanti soldi. Il Comune ci crede.

Il villaggio, con un'estensione pari a 2.700 ettari, è inserito in un contesto paesaggistico-ambientale di straordinaria bellezza, caratterizzato dalla presenza di profonde valli, in cui prevale una vegetazione a macchia tipicamente mediterranea.

Il complesso minerario, chiuso nel 1965, comprende circa trenta edifici di epoca storica e una ricca dotazione di rari impianti industriali per l'estrazione del minerale. A più riprese di Baccu Locci si sono occupate tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute dopo la chiusura del sito. Qualcosa è stato fatto, ma tutto o quasi resta da fare affinché Baccu Locci possa interessare il turismo.

Una sfida da non perdere. Perché qui c'è la storia mineraria del Sarrabus.
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