Il turismo sardo ringrazia ancora una volta il mare: sono soprattutto le coste e le spiagge della Sardegna a spingere i turisti a venire nell’Isola. Oltre tre su quattro scelgono l’Isola, anzi, la riscelgono visto che oltre il 70% ci torna più di una volta, per questo motivo.

Tiene, poi, il turismo ambientale-sportivo, in sofferenza invece quello culturale e soprattutto quello enogastronomico. Un mercato, quello turistico, che vale per la Sardegna quasi 2 miliardi di euro.

Luci e ombre nell’ultimo rapporto del Crenos, denominato “Destinazione Sardegna”, che ha analizzato la domanda turistica nell’Isola sulla base di un questionario sottoposto a 1.461 persone nei porti di Cagliari, Olbia e Porto Torres e negli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero, tra aprile e ottobre del 2012.

"Sostenere che dipendiamo ancora molto dal turismo balneare non è in assoluto una cattiva notizia", spiega Andrea Zara, curatore del Rapporto, "perché si tratta di una risorsa primaria della Sardegna. Il problema è che, di conseguenza, ci sono altri settori turistici che sono ancora poco sviluppati, come quello culturale e quello enogastronomico".

La spesa media per ogni vacanza è di 861 euro (74 euro quella giornaliera se si esclude il viaggio per raggiungere l’Isola): di questa cifra, oltre il 50% se ne va per l’alloggio, mentre il 18% si spende nei bar e ristoranti, l’11% per gli spostamenti interni all’Isola.

Proprio i trasporti rappresentano il maggior grado di insoddisfazione dei turisti, unitamente a una scarsa informazione turistica. "Siamo competitivi sul turismo balneare e su quello sportivo, non è una novità", afferma l’assessore regionale al Turismo, Francesco Morandi, "Dobbiamo crescere su altri segmenti, in particolare sull’attrattività legata all’agroalimentare".

Il punto più debole, però, è rappresentato dai servizi. "Siamo una destinazione di target medio alto, occorrono servizi adeguati che in Sardegna ancora non abbiamo".
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