Un'estate di grandi numeri, buone performance anche a settembre e nella prima settimana di ottobre, e poi? Si chiude. Hotel, ristoranti e negozi sprangati, voli low cost in netta diminuzione. A giugno, luglio e agosto si registra il pienone (non illudiamoci, il merito è sempre soprattutto di madre natura) il resto dell'anno, nonostante il clima fantastico da aprile a novembre, c'è il deserto o quasi.

«Dovremmo aver già organizzato da tempo il 2016, oggi dovremmo programmare il 2017, in realtà si sarebbe dovuto predisporre un piano triennale. Invece, niente», dice Paolo Manca, presidente di Federalberghi. La stagione turistica di sei mesi in Sardegna è possibile, ma resta un sogno. «Dov'è la promozione da parte della Regione? Dov'è la concertazione tra aeroporti? Dov'è il coordinamento tra assessorati? Non esistono né regia né strategia», sostiene Manca.

«Come si è concluso il bando per la destagionalizzazione? Che fine ha fatto l'annunciata CT3, la continuità territoriale con le capitali europee? Per la “lunga estate” aspettavamo una convocazione dall'assessorato al Lavoro: non si è fatto sentire nessuno», dice Agostino Cicalò, presidente di Confcommercio. «Non si può da un lato sostenere che il turismo è strategico e dall'altro non dare risposte e risorse al settore.

La Giunta ha stanziato appena 125 milioni per turismo, commercio, artigianato, grandi eventi culturali e sportivi. Una cifra ridicola. Non raccontiamo che si fa promozione turistica, non prendiamoci in giro».
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