Gas e nucleare sono state riconosciute come fonti energetiche utili alla transizione ecologica dell'Unione europea (prevista per il 2050) e possono ottenere, a determinate condizioni, l'etichetta Ue per gli investimenti verdi.

Lo ha deciso la Commissione europea con l'adozione del relativo atto delegato.

Come anticipato, il provvedimento è stato varato con modifiche marginali rispetto alla bozza del 31 dicembre scorso. Ora dovrà passare l’esame di Consiglio e Parlamento.
Le modifiche riguardano la rimozione dei target intermedi, per la conversioni delle centrali a gas naturale verso i gas decarbonizzati, e la parte sulla trasparenza per gli investitori, in modo che siano informati se i prodotti finanziari siano in qualche modo legati a gas e nucleare.

La prima modifica era stata chiesta dalla Germania. La seconda dalla Piattaforma per la finanza sostenibile.
Il resto dei criteri è resto praticamente lo stesso sia per il nucleare che per il gas. 

Attualmente le fonti fossili continuano a essere il cuore pulsante del sistema produttivo e dei consumi domestici: secondo i dati raccolti da Eurostat, l’istituto di statistica europeo, nonostante siano in calo costante da anni, nel 2020 petrolio (34,5%) e gas naturale (23,7%) erano ancora le fonti più importanti nel mix energetico dell'Ue.

L'Olanda ha il primato per quota di energia elettrica prodotta con il gas, quasi il 70%. Segue la Grecia (58%) e l'Italia (55%), esempio di Paese a forte dipendenza dalle forniture estere del combustibile fossile.

(Unioneonline/F)

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