"Vivendi si riferisce ripetutamente a se stessa come l'azionista 'principale' di Tim. In realtà non lo è: è solo il più grande azionista ma i suoi interessi non sono più importanti di quelli di altri azionisti".

Così il fondo americano Elliott si rivolge ai primi azionisti della Vivendi di Vincent Bolloré, in una nuova puntata del braccio di ferro per il controllo di Tim.

"Lo status quo è insostenibile, è tempo di cambiare in Telecom Italia - scrive Elliott -. Serve un consiglio unito, non uno impantanato in contenzioso con i propri revisori legali e l'elezione di un Cda veramente indipendente il 24 aprile".

Secondo Elliott, in particolare, ci sono "numerosi esempi che mostrano che Vivendi ha agito nel suo unico interesse". Tra questi, cita il blocco della conversione delle azioni di risparmio; la violazione della legge Gasparri e del golden power; la nomina di amministratori non indipendenti e la nomina di manager con conflitti di interesse come Michel Sibony.

"Il rispetto dello stato di diritto, degli azionisti di minoranza, nominando un board altamente qualificato e indipendente, e il rispetto del collegio sindacale non sono caratteristiche uniche dell'Italia, ma caratteristiche comuni delle economie di mercato avanzate", ha aggiunto rispondendo all'"In passato abbiamo sottovalutato parte dell'unicità dell'Italia" di Vivendi.

(Unioneonline/D)

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