Il Comune di Cagliari ha in cassa 230 milioni che non può spendere perché, come tutti le amministrazioni cittadine, deve contribuire al pareggio del bilancio statale.

Nel contempo lo Stato medesimo tra il 2009 e il 2016 ha trasferito alle casse di Palazzo Bacaredda 39 milioni in meno all'anno.

Sassari riceveva 31 milioni di euro all'anno, ora ne riceve sei.

Insomma, arrivano meno soldi e dei pochi che ci sono una parte non si può utilizzare.

Una tragedia negli anni della peggiore crisi economica del dopoguerra.

TRE MILIARDI IN MENO - Sommando mancati trasferimenti (un miliardo e mezzo di euro) a fondi bloccati (un miliardo e 400 milioni) si arriva a quasi tre miliardi sottratti all'economia sarda.

È dal 2009, quando è iniziato questo vortice di tagli ai quali ogni anno si aggiunge un nuovo balzello, che i sindaci protestano.

Anche perché dovendo garantire i servizi, spesso hanno dovuto aumentare le tasse ai cittadini, prendendosi colpe che non hanno.

LA RABBIA DELL'ANCI - Ora, alla vigilia dell'inizio della discussione della Finanziaria in Consiglio regionale, tornano alla carica. E chiedono alla massima assemblea il rilancio della "Questione sarda" con lo Stato.

"Ci è apparsa singolare la scelta della Regione di slegare la propria Vertenza entrate da quella di tutto il sistema istituzionale sardo che ricomprende, lo ricordiamo, anche le province e la città metropolitana", denuncia Emiliano Deiana, presidente dell'Associazione dei Comuni italiani.

"Per essere ancora più chiari la vertenza entrate della Sardegna non riguarda solo i 684 milioni di accantonamenti che lo Stato immobilizza dal bilancio regionale ma anche i soldi sottratti ai Comuni, alle Province e alla Città metropolitana".

OPERE AL PALO - Meno risorse significa meno servizi. Il sindaco di Alghero Mario Bruno, per dire, vorrebbe riqualificare il centro per anziani ma non ha i fondi.

"Inoltre nonostante abbiamo molti edifici inutilizzati, sprechiamo denaro per pagare l'affitto di immobili che ospitano uffici comunali. Sa perché? Perché non abbiamo i soldi per ristrutturarli. Basterebbe che per due anni non ci chiedessero il Fondo di solidarietà comunale per respirare un po'".

Gigi Concu, da pochi mesi sindaco di Selargius, ha già un problema di manutenzione dei marciapiedi. "Ci mancano 80 mila euro per finanziare i cantieri comunali con i quali assumevamo qualche operaio, abbiamo dovuto interrompere i lavori. In dieci anni", aggiunge, "ci hanno sottratto quattro milioni di euro. I cittadini se la prendono con noi che viviamo nei centri che amministriamo, a Roma se ne fregano".

L'IRA DI ZEDDA - "Lo diciamo da anni: i tagli agli enti locali non sono la soluzione per ripianare il debito pubblico del Paese, ancora meno lo sono i tagli che colpiscono tutti senza considerare se un Comune è virtuoso o meno", attacca il sindaco di Cagliari e sindaco metropolitano Massimo Zedda. "Non lo dicono più solo i sindaci, ma lo dice anche la Corte dei Conti".

Nello specifico "dal 2009 a oggi il Comune di Cagliari ha visto ridotti i trasferimenti statali per diverse centinaia di milioni di euro", prosegue Zedda.

"In questi anni, che hanno coinciso con la peggiore crisi economica dal dopoguerra, siamo riusciti a migliorare i servizi ai cittadini grazie all'impegno quotidiano nell'eliminazione delle spese superflue e degli sprechi e per la capacità di andare a recuperare fondi europei con idee e progetti innovativi. In Sardegna la richiesta dei Comuni è quella di aumentare il fondo unico in base all'andamento delle entrate, iniziando dal rispetto della legge che ha istituito il fondo unico".

"AZIONI STRAORDINARIE" - Per Emiliano Deiana, che oltre a presiedere l'Anci è sindaco di Bortigiadas, "servirebbe un'azione straordinaria di richiamo di tutto il popolo sardo e delle sue articolazioni istituzionali, sociali, economiche ed associative".

LA REGIONE - L'assessore regionale al Bilancio Raffaele Paci rivendica le azioni della Giunta Pigliaru.

"La Regione sta portando avanti una battaglia quotidiana con Roma per garantire alla Sardegna la giusta quota del finanziamento statale che ci spetta. E su questo non ci sono mai stati tentennamenti o incertezze. È in piedi una trattativa con il governo per portare la gestione della finanza locale in capo alla Regione e il Fondo unico da 600 milioni è stato totalmente confermato anche per quest'anno e ciò permette ai comuni sardi di essere i più finanziati d'Italia".

Fabio Manca

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