Uscire dal carbone entro il 2025 ma con la sicurezza sulla produzione futura di energia elettrica. La decisione del governo in materia energetica che prevede l'abbandono del combustibile fossile da parte delle centrali elettriche in sei anni preoccupa non poco Confindustria e le aziende associate.

"Ci troviamo di fronte ad un quadro complessivo particolarmente incerto e in cui diventa difficile fare previsioni di investimento - spiega Giuseppe Ruggiu, presidente di Confindustria - per capire quali possono essere gli scenari futuri della centrale di Fiume Santo, parte fondamentale dello sviluppo economico del Nord-Ovest ma anche elemento indispensabile del sistema elettrico regionale, abbiamo organizzato un tavolo di approfondimento".

Il confronto ristretto per ragionare sulle possibili ricadute sulla centrale elettrica di Fiume Santo riservato a sindacati, Regione, Provincia e ai sindaci del triangolo industriale Sassari- Alghero-Porto Torres in programma il 30 gennaio a Sassari a Villa Mimosa prevede anche la partecipazione dei responsabili della società Ep Produzione.

L'obiettivo è quello di presentare le possibili proposte per consentire nel tempo un adeguamento dell'impianto a carbone alle previsioni normative con particolare riguardo alle conseguenze di carattere occupazionale e sociale.
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