Un saliscendi di numeri che ha fatto di questo 2020 un anno ancora più pazzo. I mesi di crisi di quest'anno sono stati inquadrati anche dalle consuete statistiche della Banca d'Italia contenute nell'aggiornamento congiunturale sull'economia della Sardegna presentato in teleconferenza dalla sede territoriale dell'istituto. Cifre che hanno ripercorso l'andamento altalenante del contesto produttivo colpito duramente dall'epidemia. "Nella prima parte del 2020 la diffusione dell'epidemia di Covid-19 ha fortemente colpito l'economia regionale - ha confermato il direttore della Sede di Cagliari della Banca d'Italia, Giancarlo Fasano -, analogamente a ciò che è avvenuto nell'intero Paese. Da marzo a maggio scorso la riduzione della mobilità personale e la sospensione di molte attività economiche (misure necessarie a contenere l'epidemia) hanno comportato una immediata decelerazione della produzione, una caduta della domanda interna e internazionale e una frenata della spesa per investimenti. Nei mesi successivi l'attenuarsi del contagio, insieme con l'allentamento del blocco produttivo e delle misure di distanziamento, hanno favorito una ripresa dell'attività economica, che tuttavia è stata più debole rispetto al 2019".

Il rapporto ha poi aggiunto uno sguardo agli ultimi due trimestri dell'anno per poi tentare di ipotizzare gli scenari del prossimo. "Nel complesso dell'anno, in base alle previsioni di consenso il PIL regionale è atteso in forte diminuzione, con un andamento simile a quello nazionale e delle regioni meridionali. L'evoluzione dell'economia regionale rimane caratterizzata da un livello di incertezza molto elevato, con forti rischi al ribasso alimentati dalla recrudescenza del fenomeno pandemico registrata dalla fine del terzo trimestre".
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