Sempre più giovani scelgono di dedicarsi alla campagna, riscoprendo l'importanza che ricopre dal punto di vista sociale, ambientale, etico ed economico.

In controtendenza rispetto all’andamento generale, negli ultimi cinque anni – secondo il Rapporto Divulga - le imprese giovanili under 35 in agricoltura sono cresciute del 8% rispetto a un calo dell’11% di tutti gli altri settori.

La Sardegna si distingue. Nel 2020 è tra le Regioni che riscontra le performance migliori per aziende registrate (+1%), ma è anche quella in cui si registra un maggior numero di giovani agricoltori under 35 rispetto al totale delle aziende agricole dell’Isola: sono l’11 % rispetto all’8% nazionale, collocandosi al secondo posto, insieme a Calabria e Liguria, dietro la Valle D’Aosta. E negli ultimi cinque anni gli under 40 (elaborazioni Coldiretti Sardegna) hanno scalato 3 punti percentuali rispetto al totale delle aziende agricole sarde.

I giovani agricoltori italiani sono anche più resilienti, secondo i dati del Rapporto Divulga: il tasso di mortalità aziendale nel 2020, anno segnato dal Covid, è stato la metà (3%) rispetto al dato complessivo (6%) mentre la natalità è quattro volte superiore: 12% contro il 3% complessivo.

Spostando la lente a livello europeo, il report fa emergere ancora più chiaramente il valore del lavoro svolto dai giovani agricoltori nostrani.

In Italia si trova il 10% (275mila) dei giovani agricoltori sotto i 40 in Europa (totale: 2,6 milioni). E mentre nel resto d’Europa negli ultimi dieci anni i giovani agricoltori segnano il segno meno (-20%) in Italia il segno è inverso: +4%.

Inoltre, la produzione standard generata per ettaro coltivato dai giovani in Italia è circa il doppio della media europea: circa 5mila euro rispetto ai circa 2.500 euro.

“I giovani scelgono consapevolmente la campagna motivati da una grande passione ed entusiasmo per realizzare i propri progetti e sogni, spesso dopo aver conseguito un titolo di studio – ha spiegato il delegato di Coldiretti Giovani Impresa Sardegna Frediano Mura -. La maggior parte di loro segue il modello della multifunzionalità, trasforma, pratica la vendita diretta, inventa prodotti nuovi andando incontro alle nuove esigenze dei cittadini, ha le fattorie didattiche. Ma fa anche attività ricreative: agricoltura sociale, cura il paesaggio, energie rinnovabili”.

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata