Sardegna “scrigno” di terre rare. Urso: «Presto il decreto per riaprire le miniere»
Il ministro per le Imprese conferma la volontà del Governo di tornare a sfruttare il sottosuolo nazionale. L’Isola sotto i riflettori per i giacimenti a BuddusòPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Tra qualche settimana presenteremo in Consiglio dei ministri il provvedimento per la riapertura delle miniere nel nostro paese».
Così Adolfo Urso, ministro per le Imprese e del Made in Italy, nel corso di un intervento alla convention dei giovani imprenditori di Confindustria a Rapallo.
«Abbiamo indirizzato la Commissione europea nel regolamento che poi è stato approvato ed è in vigore da pochi giorni, del quale l'Italia vuole essere anticipatore, appunto, col provvedimento legislativo nazionale», ha aggiunto Urso.
Un annuncio che ribadisce la volontà del Governo di tornare a puntare sull’estrazione “autarchica” di minerali e soprattutto di terre rare, «per assicurare – aveva spiegato lo stesso Urso alla Camera lo scorso aprile – una catena di approvvigionamento delle materie prime critiche sicura e di rapida attuazione e per promuoverne il riciclo».
Una strategia che potrebbe avere protagonista anche la Sardegna e in particolare la miniera di granito a Buddusò, potenziale giacimento – come rilevato da uno studio dell’Università di Ferrara - di molte materie “critiche” o rare, come Lantanio, Cerio, Praseodimio, Samario e Neodimio.
«Oggi le nuove tecnologie consentono di riattivare miniere chiuse oltre 30 anni fa», aveva sottolineato, sempre ad aprile, il ministro citando appunto la Sardegna, insieme a Lazio e Piemonte, come nuovo, potenziale “Eldorado” dove riprendere le attività estrattive.
Proprio in tema di miniere, nei giorni scorsi Urso è andato in missione a Tunisi. Nella strategia del Governo ci sarebbe infatti non solo la riattivazione delle miniere e dei giacimenti nazionali, ma anche la stipula di accordi per importazione ed esportazione delle materie estratte.
«Con la Tunisia è possibile avviare un percorso di reciproco interesse e sviluppo sulle materie prime critiche, che sono a fondamento della tecnologia green e della tecnologia digitale, la duplice transizione che sta cambiando gli assetti globali», ha detto Urso incontrando la sua omologa tunisina.
«L’Italia – ha spiegato nell’occasione – è pronta a collaborare con la Tunisia, anche attraverso le nostre imprese, in progetti comuni per sviluppare l’estrazione e la lavorazione delle materie prime in una filiera industriale che possa rappresentare un nuovo modello di partnership virtuosa. Uno schema win-win – ha evidenziato Urso -come insegnò nel secolo scorso proprio Enrico Mattei a cui è dedicato il nostro piano per l’Africa».
(Unioneonline/l.f.)