Calano gli investimenti pubblici per gli interventi di manutenzione, protezione e restauro dei beni culturali della Sardegna ma crescono le imprese locali che si specializzano nella cura e nel recupero di monumenti e immobili di pregio.

Lo afferma l'elaborazione realizzata dall'Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna su dati del ministero dello Sviluppo economico-DpS-Istat.

Secondo quanto emerso dallo studio, le erogazioni statali verso l'Isola sono passate dai 319 milioni annui nel triennio 2007-2009 ai 228 milioni del 2014-2016, con un calo di 92 milioni e una contrazione negativa percentuale del -28,7%.

In controtendenza con questo trend, sono invece cresciute di numero le aziende locali specializzate nella conservazione e manutenzione di questi beni: in totale sono 10.519 e negli ultimi tre anni sono aumentate del 2%.

Di queste 7.714 sono artigiane: 2.981 si occupano di installazioni di impianti elettrici e idraulici, 3.547 di completamento e finitura di edifici, 24 di attività di conservazione e restauro opere d'arte e 1.427 di servizi per edifici e paesaggio.

A livello provinciale, 2.828 imprese artigiane si trovano in quella di Cagliari, 2.991 a Sassari, 1.297 a Nuoro e 588 a Oristano.

"Investire in interventi di manutenzione, protezione e restauro dei beni culturali e ricreativi della Sardegna", ha commentato Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, "porterebbe, sicuramente, anche alla crescita del flusso di turisti".

(Unioneonline/F)
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