Sardegna, aumentano PIL e occupazione. Ma preoccupano denatalità e rinunce alle cure
L’analisi Crenos sull’economia dell’Isola: crescono i consumi di servizi, calano gli acquisti di beni alimentari. Il turismo resta il settore chiaveVideo di Stefano Birocchi
Il PIL della Sardegna in crescita, così come l’occupazione, anche e soprattutto grazie al «settore chiave» del turismo. Ma l’Isola continua a fare i conti con una decrescita demografica «inarrestabile» e con il primato italiano di rinuncia alle prestazioni mediche da parte dei pazienti a causa di lungaggini e criticità nel sistema sanitario.
Sono alcuni dei dati contenuti nel 32esimo “Rapporto dell'economia 2025 della Sardegna”, curato dal Crenos (il Centro di Ricerche Economiche Nord-Sud delle Università di Cagliari e Sassari), presentato oggi.
LUCI E OMBRE – Sul fronte del Prodotto interno lordo, nel 2023 «le nostre stime del PIL per abitante – si legge nel rapporto - mostrano una crescita dell’1,1% sul dato del 2022, in linea con la media nazionale (+0,9%)». Ma, prosegue il report, «il divario di reddito con le regioni settentrionali rimane profondo: il PIL per abitante è pari a 21.821 euro in Sardegna, contro i 37.497 delle regioni del Nord-ovest e i 35.412 del Nord-est». Ancora: «Nel 2023 il PIL per abitante della Sardegna è pari al 72% della media dell’Unione (l’Italia il 98%); l’Isola è 169a su 242 regioni, in miglioramento rispetto all’anno precedente ma sempre nel gruppo “regioni meno sviluppate” dal punto di vista della distribuzione dei fondi europei per la politica di coesione».
I CONSUMI – «I consumi delle famiglie nel 2022 – continua l’analisi Crenos – indicano una spesa per abitante di 15.518 euro (nostre stime), relativamente stabili rispetto all’anno precedente (+0,4%, in linea col dato nazionale pari a +0,6%). Sono in aumento i consumi di servizi (per l’abitazione, salute, trasporti, comunicazioni, ma anche ricettivi e di ristorazione e imputabili anche alla domanda turistica), che crescono del 4,3%, mentre calano gli acquisti di beni alimentari, prodotti per la cura della persona o della casa e medicinali (-4,2%). La spesa per i beni con utilizzo pluriennale (arredamento, autovetture, elettrodomestici, abbigliamento, calzature e libri), è sostanzialmente invariata».
OCCUPAZIONE – Per quanto riguarda l’occupazione, «le forze di lavoro tra i 15 e 64 anni crescono di oltre lo 0,6%, invertendo la tendenza dei precedenti due anni, trainate soprattutto dall’aumento di partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne. Il numero di occupati aumenta di oltre 14mila unità, in maniera significativa per entrambi i generi, portando il tasso di occupazione al 57,7% (62,2% in Italia). La disoccupazione si riduce del 16,6% (con 53.236 disoccupati), riduzione di oltre due punti percentuali superiore alla media nazionale, portando il tasso di disoccupazione complessivo all’8,3% (6,5% in Italia), con tassi di disoccupazione tra i laureati e le laureate praticamente in linea al resto del Paese.
INVERNO DEMOGRAFICO – I ricercatori sottolineano inoltre le «criticità strutturali» della Sardegna dal punto di vista demografico: «Nel 2024 si contano 7.037 nascite e il tasso di natalità scende a 4,5 nati ogni mille abitanti. Si tratta del valore più basso in Italia, dove si registrano 6,3 nati ogni mille abitanti, a sua volta ultima tra le nazioni dell’Unione Europea (media UE: 8,2).
Il 2024 è il secondo anno in cui si registra un calo del numero delle morti rispetto agli elevatissimi valori degli anni precedenti, ma i decessi, pari a 18.449, si confermano elevati: il tasso di mortalità per la Sardegna, sostanzialmente invariato nell’ultimo anno (11,8 morti ogni mille abitanti), aumenta la sua distanza dal dato italiano (pari a 11), in diminuzione».
RINUNCIA ALLE CURE – Capitolo Sanità: «Nel 2023 la spesa sanitaria pubblica in Sardegna è cresciuta, raggiungendo i 3,8 miliardi di euro. La spesa pro capite (2.421 euro per abitante) è aumentata del 2,5% rispetto al 2022. Tuttavia, in rapporto al PIL, la spesa è scesa dal 9,6% al 9,2%. Sul fronte dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), il Sistema Sanitario Regionale sardo ha raggiunto per la prima volta dal 2019 la soglia minima di adempimento di 60 punti in tutte e tre le macroaree: prevenzione (65), distrettuale (67) e ospedaliera (60). Permane invece una criticità strutturale sulla rinuncia alle cure: con un tasso del 13,7%, la Sardegna resta la regione con il valore più alto d’Italia, un primato negativo che detiene dal 2017. Anche il divario di genere è evidente: nel 2023, le donne sarde hanno mostrato una probabilità di rinuncia alle cure superiore del 30% rispetto ai pazienti uomini».