"Salva banche", ok della Camera. Via libera al fondo da 20 miliardi
L'aula di Montecitorio ha dato via libera definitivo al decreto legge sulla tutela del risparmio nel settore creditizio (il cosiddetto Dl "salva banche").
Il provvedimento - licenziato la settimana scorsa dal Senato sempre con voto di fiducia - è passato alla Camera con 246 voti favorevoli, 147 contrari e 22 astenuti.
È dunque pronta la cornice del sistema di garanzia pubblica a sostegno degli istituti di credito, finanziato con un fondo da 20 miliardi e predisposto per affrontare in primis la crisi del Monte dei Paschi di Siena.
Oltre a questa riserva, che serve a ricapitalizzare le banche in difficoltà, il decreto prevede anche garanzie statali sulle emissioni di liquidità e l'estensione dei benefici fiscali sulle Dta (deferred tax asset, le imposte anticipate) agli istituti di credito cooperativo.
Tra le principali modifiche introdotte a Palazzo Madama – e confermate a Montecitorio – figurano le "liste di debitori anonime", il tetto facoltativo al compenso dei manager delle banche aiutate e il piano di educazione finanziaria per i piccoli risparmiatori (già presentato nei mesi scorsi alla Camera).
Circa le lista dei principali debitori delle banche che richiedono l'intervento statale, è prevista una relazione quadrimestrale al Parlamento da parte del ministero dell'Economia. Saranno quindi diffusi i profili di rischio (ma non i nomi) per le situazioni che presentano un ammontare pari o superiore all'1% del patrimonio netto.
Viene inoltre riaperto fino al prossimo 31 maggio il termine per ottenere i rimborsi rivolti agli obbligazionisti subordinati dei quattro istituti in risoluzione (Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife). L'indennizzo potrà essere sollecitato anche dal coniuge, dal convivente e dai parenti entro il secondo grado.